Morto in cantiere, il cordoglio dei colleghi. La ditta: «La gru era in regola»

Sabato 1 Maggio 2021 di Laura Bon e Bendetta Basso
Gli operai in lutto nel cantiere edile dove è morto Mattia Battistetti

MONTEBELLUNA - «Abbiamo la coscienza a posto, ma siamo disperati». C'è l'accoratezza di chi, in tanti anni, ha investito nel lavoro che ama e in cui crede nelle parole con cui Gianantonio Bordignon, titolare con il fratello Paolo della Costruzioni Bordignon di Venegazzù, racconta il maledetto istante che giovedì ha spezzato l'esistenza di Mattia Battistetti, 23 anni, sepolto da 15 quintali di ponteggi metallici nel cantiere di via Magellano.

Una tragedia che ha travolto sia la Bordignon che Altedil, la ditta di Trevignano a cui era stata appaltata la fornitura dei ponteggi e per cui lavorava la vittima. In attesa dei risultati degli accertamenti dello Spisal per chiarire se un errore umano, un guasto o una negligenza abbia causato il fatale incidente, Altedil resterà chiusa per lutto. Al momento non vi sono indagati, mentre il collega 36enne del ragazzo, miracolosamente illeso, è sotto choc come il resto dei colleghi. La vicinanza ai cari di Mattia si è concretizzata ieri in un urlo silenzioso lanciato da centinaia di operai nei cantieri di tutto il Paese, inginocchiati per un minuto di silenzio per chiedere che la sicurezza sul lavoro sia garantita.


LE AZIENDE
«La gru è di nostra proprietà dice Gianantonio. Non si è strappata una corda, ma ha ceduto il capocorda, il pezzo che si trova sull'estremità della gru. Lo strumento era a posto: la prova di carico era stata effettuata il 3 febbraio all'avvio del cantiere, dopo il montaggio. Ora è sotto sequestro ma siamo in regola. Qualcuno attribuisce delle responsabilità al gruista, ma è uno dei migliori che abbiamo. Non spetta a noi stabilire cosa è successo: abbiamo la coscienza a posto ma siamo disperati. Mettiamo anima e corpo in quello che facciamo, per offrire un'immagine di professionalità e serietà. Eppure questo dramma è toccato a noi. Non lo conoscevo di persona Mattia, ma anche Altedil è una ditta serissima». Per quanto riguarda il cantiere, la parte sotto sequestro rimarrà ferma, nell'altra si ricomincerà a lavorare lunedì. La Procura di Treviso attende il responso degli accertamenti tecnici dello Spisal per chiarire la causa dell'infortunio mortale per valutare poi come procedere. Non è invece stata disposta l'autopsia.
Gasparetto, titolare di Altedil e datore di lavoro di Mattia, giovedì si è precipitato sul posto: «Non abbiamo parole. È una tragedia immane. Accanto a lui c'era un collega 36enne, di origini albanesi, che è stato solo sfiorato dal carico. Fisicamente sta bene, è a casa ma non parla. È stravolto, come e più di tutti noi».


IL CORDOGLIO
Ieri in tutti i cantieri d'Italia alle 17 si è osservato un minuto di silenzio. E l'amministrazione comunale ha fatto altrettanto invitando tutti i cittadini a condividere quel momento e richiamando assessori e consiglieri davanti al municipio. «Quanto è successo è terribile dice il capogruppo del PD, Davide Quaggiotto. Perdere la vita in giovane età nel luogo di lavoro è inaccettabile». E gli oltre 160 lavoratori dell'Euroedile di Paese, dislocati in 45 cantieri operativi in Italia e in Europa, si sono fermati e inginocchiati. «Le chiamano morti bianche, ma non c'è nulla di bianco nella perdita di una vita umana, soprattutto quando è così giovane commenta Nereo Parisotto, amministratore di Euroedile. Con questo gesto abbiamo voluto dimostrare tutta la nostra vicinanza alla famiglia e agli amici di Mattia, auspicando che si continui sempre a operare sinergicamente per garantire la sicurezza in tutti gli ambiti di lavoro».
 

Ultimo aggiornamento: 2 Maggio, 10:33 © RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci