Manipolazioni spinte durante la visita ginecologica, il dottore: «Abusi? Macché, solo scrupoloso»

Sabato 14 Maggio 2022 di Maria Elena Pattaro
Manipolazioni spinte durante la visita ginecologica
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MONTEBELLUNA - «Nessuna violenza sessuale sulla paziente: sono stato soltanto scrupoloso durante la visita ginecologica, come da manuale. Altrimenti il rischio sarebbe stato quello di non rilevare eventuali disturbi e patologie». Questa in sintesi la spiegazione resa ieri mattina in aula dal ginecologo Francesco Accolla, 59 anni, di Montebelluna. Il medico è alla sbarra con l'accusa di violenza sessuale e alle spalle ha già due condanne confermate in Appello per lo stesso reato, per violenze avvenute negli ospedali di Castelfranco e Montebelluna: un anno in un caso, due e mezzo nell'altro. Un quarto episodio è in fase di indagine. La scelta del rito abbreviato gli permette, in caso di condanna, di ottenere lo sconto di un terzo della pena. La presunta vittima, costituita parte civile con gli avvocati Feliciano Dal Bo e Nadia Forlin è una 48enne del Montebellunese, visitata il 7 aprile del 2017 all'ospedale San Valentino di Montebelluna. In quell'occasione il medico avrebbe indugiato in stimolazioni e manipolazioni spinte che sarebbero andate ben oltre la prestazione sanitaria.


La difesa, affidata all'avvocato Stefano Pietrobon, ha prodotto una corposa documentazione relativa alle prescrizioni dei manuali di ginecologia.

L'obiettivo è dimostrare che le manovre interpretate dalla vittima come atti di violenza, rientravano nella sfera d'azione del medico. «Se fossi meno scrupoloso nelle visite correrei il rischio di non rilevare eventuali patologie: una condotta che poi vi verrebbe contestata». Per la sentenza bisognerà attendere inizio luglio.


LA VICENDA
Era il 10 marzo 2017 quando la donna, assieme al marito, si era recata al pronto soccorso in seguito a un sanguinamento uterino atipico. Venne visitata dal ginecologo che le disse di tornare per un controllo tre giorni dopo. Anche alla seconda visita era presente il coniuge e si è svolta, dice la donna, «secondo ordinarie modalità». Il fatto incriminato si sarebbe verificato al terzo appuntamento. Accolla le ha detto di togliere pantaloni e slip e di stendersi sul lettino. La donna nella denuncia parla di «manovre inappropriate ed eccessive». Quando lo ha avvisato di sentire fastidio, dice che il dottore le ha risposto che stava cercando di verificare se persisteva la cisti. Accolla avrebbe quindi continuato. È stata, secondo la 48enne, «un'evidente violenza sessuale con totale abuso della professione medica».

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