TREVISO - Luigi Garofalo, presidente di Fondazione Cassamarca, è categorico: «Entro il 31 dicembre devono riconsegnarci l'immobile.
LA PROPOSTA
Giovedì a Ca' Spineda è arrivata una proposta di Unicredit per chiudere almeno la vicenda delle opere d'arte: lasciarle a Fondazione in comodato d'uso gratuito per consentirne l'esposizione al pubblico, sempre nei locali del Monte di Pietà. Proposta respinta al mittente: accettare avrebbe voluto dire ammettere che quei quadri così preziosi e delicati erano di proprietà di Unicredit. Da quel momento in poi la situazione è precipitata, peggiorata anche dalla restituzione del palazzetto, libero dagli uffici della banca, non ancora avvenuta. Da Unicredit hanno tentato di gettare acqua sul fuoco con un comunicato dove, però, hanno rimarcato che le opere d'arte sono sue. Non di Fondazione. UniCredit - si legge in una nota - ha intrapreso interlocuzioni, con il coinvolgimento anche dell'amministrazione comunale, per quanto riguarda il futuro delle opere d'arte di proprietà del Gruppo, a beneficio di tutta la cittadinanza. Questo a riprova dell'impegno della banca nei confronti di questo territorio e della sua eccellenza culturale e per dare accesso a tutti alla propria collezione d'arte. Tale operazione si potrebbe concludere non appena Fondazione Cassamarca si dimostri disponibile ad accettare il comodato d'uso gratuito da tempo proposto.
LA REPLICA
Perentoria, la risposta di Ca' Spineda: Gli organi di Fondazione Cassamarca hanno all'unanimità deliberato di prendere posizione sulla proposta pervenuta, poche ore prima della scadenza del contratto di locazione dell'immobile noto come ex Monte di Pietà, da UniCredit e avente ad oggetto il prestito gratuito a Fondazione degli arredi e delle opere d'arte contenute nell'immobile con l'avvertimento di UniCredit che, in mancanza di una pronta adesione, avrebbe provveduto alla rimozione e al trasferimento delle opere. Fermo restando che è indiscutibile la proprietà degli affreschi e dei teleri, in quanto compenetrati nei muri dell'immobile, anche per i rimanenti quadri e per i restanti arredi, ivi dislocati da sempre, Fondazione, ritenendosi proprietaria, non può accettare il prestito proposto, che presupporrebbe il riconoscimento della proprietà d'altri. Da ultimo, Fondazione ha intimato lo sgombero immediato dei locali già locati a UniCredit, avendo la stessa Fondazione assunto l'impegno, verso la comunità di appartenenza, di renderli fruibili al pubblico, unitamente alle opere d'arte e agli arredi contenutivi, già dal prossimo gennaio. La sfida riparte.