Addio al celibato di sangue, moldavo ucciso: Xhika ai domiciliari dopo 7 mesi

Domenica 5 Maggio 2019
Addio al celibato di sangue, moldavo ucciso: Xhika ai domiciliari dopo 7 mesi
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VILLORBA - Dopo 7 mesi di detenzione esce dal carcere Rubin Xhika, il 28enne di origini albanesi arrestato assieme al 27enne rumeno Florin Ionut Florin Stingaciu per l'aggressione all'arma bianca costata la vita a Igor Ojovanu, il 20enne moldavo morto per un colpo di coltello alla schiena al termine della rissa scoppiata la notte del 29 settembre scorso a Fontane di Villorba. Per Xhika, accusato di concorso in omicidio, tentato omicidio in concorso e lesioni aggravate, sono stati disposti gli arresti domiciliari. «Il giudice ha accolto la nostra istanza - spiega il suo legale, l'avvocato Alessandra Nava -, a fronte della complessa situazione personale e processuale del ragazzo, che sono certa si atterrà alle prescrizioni volendo solo giungere alla definizione corretta per quanto di sua responsabilità». «Alle originarie contestazioni di aver commesso due tentati omicidi - aggiunge il legale -, l'imputazione è oggi quella di aver materialmente colpito un soggetto (che ha escluso di esser stato ferito dall'albanese), aver concorso moralmente al grave ferimento del secondo ragazzo e rafforzato l'intento omicidiario di Stingaciu che ha colpito la vittima. Dimostreremo che tale concorso morale non vi è mai stato».
INDAGINI CHIUSE
Nelle scorse ore il sostituto procuratore Daniela Brunetti ha depositato l'avviso della conclusione delle indagini preliminari, atto che precede la richiesta di rinvio a giudizio. Sia Xhika che Stingaciu devono rispondere del reato di concorso in omicidio aggravato dai futili motivi. Ma le loro posizioni appaiono ben distinte. È stato Stingaciu, dopo aver litigato con due giovani moldavi (Liviu Litcan e Vasile Sorin Flamandu), che stavano partecipando all'addio al celibato di Ion Bagrin (uno dei moldavi ferito gravemente), a sferrare il fendente mortale che ha ucciso Ojovanu. Il romeno era sceso dal suo appartamento con un lama da 32 centimetri così come Xhika, che impugnava un altro coltello da cucina. Ma il 28enne albanese, la cui presenza armata ha rafforzato il proposito criminoso di Stingaciu, non ha materialmente colpito il 20enne rimasto ucciso. I due devono anche rispondere del reato di concorso nel tentato omicidio di Ion Bagrin, il festeggiato, raggiunto con un fendente alla schiena da Xhika secondo la ricostruzione degli inquirenti, e di Stefan Lungu, colpito con più fendenti da Stingaciu. Entrambi i ragazzi finirono in Rianimazione con prognosi superiori ai 50 giorni. Xhika e Stingaciu dovranno anche rispondere, in concorso morale e materiale, delle lesioni inferte ad altri due ragazzi del gruppo di moldavi, Valentin Jereghel e Stefan Bagrin (fratello di Ion).
FAVOREGGIAMENTO
Nell'elenco degli indagati compare anche il nome di Olga Novacov, 28enne moldava, accusata del reato di favoreggiamento. Sarebbe stata lei, subito dopo il massacro, a raccogliere da terra il coltello imbrattato di sangue usato da Stingaciu per colpire Ojovanu e a riportarlo nell'appartamento di Largo Molino dove risiedevano i due amici finiti in carcere. Dopo averlo lavato, lo aveva rimesso in un cassetta della cucina, come se nulla fosse successo.
Alberto Beltrame
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Ultimo aggiornamento: 14:05 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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