Alcol e droga prima di massacrare l'anziano per le merendine, ecco chi era Mohamed

Lunedì 28 Marzo 2022 di Maria Elena Pattaro
Adriano Armelin e Mohamed Boumarouan
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PIEVE DI SOLIGO (TREVISO) - Da semplice sbandato a feroce assassino. Mohamed Boumarouan bazzicava a Pieve di Soligo da qualche tempo. «Ubriaco o strafatto», assicura chi lo ha fermato la sera della rapina poi sfociata in omicidio. Un «balordo» che nella sua caccia a un facile bottino è arrivato a massacrare Adriano Armelin, 83 anni ex elettrauto, per una busta di surgelati e qualche merendina. Con una ferocia inaudita: ha legato l'anziano mani e piedi e gli ha fracassato il cranio, lasciandolo agonizzante, in una pozza di sangue sulle scale di casa.

Il pensionato è morto sabato mattina in ospedale a Treviso, dopo 12 ore di agonia. Mohamed Boumarouan, 36enne marocchino, è in cella nel carcere trevigiano di Santa Bona. Con l'accusa di tentata rapina aggravata e omicidio preterintenzionale. È lui l'autore dell'efferato delitto che venerdì sera ha sconvolto Pieve di Soligo.


IL CURRICULUM

Nelle prossime ore il killer comparirà di fronte al gip del Tribunale di Treviso per l'interrogatorio di garanzia. Assistito dal suo legale, un avvocato del foro di Firenze, potrà fornire la sua versione dei fatti. Il sostituto procuratore Giulio Caprarola, titolare del fascicolo, ha chiesto la convalida dell'arresto. Domani è prevista anche l'ispezione cadaverica, preludio dell'autopsia che verrà eseguita nei prossimi giorni. «Sono un bravo ragazzo», ha detto il marocchino a Luciano, il residente che gli ha tagliato la via di fuga. Ma i suoi precedenti per furto e rapina raccontano ben altro. Boumarouan è regolare in Italia, risulta residente a Moriago della Battaglia (Treviso). Senza una vera occupazione, vive di espedienti. Nel suo curriculum criminale ci sono reati contro il patrimonio commessi anche fuori regione. I carabinieri di Vittorio Veneto stanno cercando di ricostruire nel dettaglio quel pomeriggio di follia. A partire dal giro di amicizie del 36enne. Il sospetto è che da qualche giorno gironzolasse nel parchetto di San Francesco, vicino a borgo Astolfi, covo di un gruppo di giovani poco raccomandabili. Lì alcol e droga sono di casa e il gruppo si è reso spesso protagonista di vandalismi. I militari dell'Arma li tengono d'occhio da tempo. E pare che nelle ultime settimane alla combriccola si siano aggregati anche altri stranieri. Assassino compreso? E' quello che gli inquirenti stanno cercando di scoprire, passando al setaccio le immagini di videosorveglianza. L'assassino potrebbe essere partito da lì per la sua spedizione a caccia di soldi. In via Schiratti avrebbe importunato una signora, verso le 18, per poi penetrare in casa di Armelin. Intanto tra i cittadini cresce la paura per le persone poco raccomandabili che ultimamente si aggirano per il paese. Bussano alle porte, chiedono soldi. A dare voce a questa preoccupazione è il parroco don Giuseppe Nadal: «Non sappiamo come aiutarli perché non si rivolgono alla rete di associazioni sul territorio». A Pieve Mohamed non era una faccia del tutto nuova: il titolare della macelleria islamica Marrakech lo aveva già visto. Il negozio è a poche decine di metri dalla casa dell'ex elettrauto massacrato: «Era venuto da me un mese fa». Anche i sanitari del Suem 118 si sono trovati di fronte un volto familiare: «Lo hanno chiamato per nome - racconta Luciano, rimasto sorpreso da questo particolare - segno che lo conoscevano già».


LE DOMANDE

Perché Boumarouan ha scelto proprio quel bersaglio? E che cosa è successo esattamente? Sono domande a cui gli inquirenti sperano di dare presto una risposta. L'aggressione è avvenuta al piano terra: la chiazza di sangue sulle scale e sul muro d'ingresso non lasciano dubbi. Poi è salito al piano di sopra, come raccontano le suole insanguinate stampate sui gradini e lì ha rovistato nelle stanze. Poco prima delle 20 la fuga rocambolesca con la borsa della spesa. A costringerlo a scappare è stato forse l'arrivo di Andrea, uno dei figli della vittima, preoccupato perché il padre non gli rispondeva al telefono da oltre mezz'ora. Come e a che ora esattamente sia entrato resta un mistero: potrebbe essersi introdotto dalla porta principale, dal negozio di elettrauto dismesso o dalla stessa terrazza da cui poi è scappato. La via di fuga invece è certa, immortalata dalle telecamere del vicino. Il 36enne è saltato giù dal tetto del loro garage alle 19.51. Un balzo di tre metri in cui è rimasto ferito a una gamba. Eppure questo non gli ha impedito di continuare ad allontanarsi a piedi, tenendosi stretta la borsa con il misero bottino. Ma il vicino lo ha intercettato e seguito fino all'arrivo dei carabinieri. «Si era nascosto dietro una legnaia: l'ho trovato che russava ma ha anche tentato di colpirmi con un bastone - racconta il vicino -. Secondo me era ubriaco o strafatto».

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Ultimo aggiornamento: 29 Marzo, 10:42 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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