Da trent'anni a Mogliano è bloccato in Ucraina e rischia di finire in galera come disertore

Lunedì 4 Aprile 2022 di Giuliano Pavan
Da trent'anni a Mogliano è bloccato in Ucraina e rischia di finire in galera come disertore
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MOGLIANO VENETO - Bloccato in Ucraina con il rischio di finire in galera perché considerato un disertore.

Vlodymyr Znamerovskyy è nato a Kiev, ha 56 anni ma da più di 30 vive a Mogliano Veneto, nel trevigiano, con i suoi due figli di 11 e 7 anni. Fa la guida turistica a Venezia, dopo aver frequentato l’università Ca’ Foscari, e ha la doppia cittadinanza. Un mese e mezzo fa è venuto a mancare suo padre e lui, per sbrigare le pratiche del caso e organizzare il funerale, è tornato in Ucraina. Il 25 febbraio aveva il volo di rientro di Italia, ma lo scoppio della guerra ha scombinato i suoi piani. E ha dato avvio al suo incubo: se non rimane a combattere per il suo popolo rischia il carcere.


L’ALLARME
A lanciare l’allarme, chiedendo l’intervento immediato della Farnesina, è stata Elena Fusar Poli, capomissione di Mediterranea Saving Humans, una ong che con la sua carovana “Stop the war now” sta portando aiuti in Ucraina e aiutando gli ucraini a scappare dal conflitto. Vlodymyr è un loro volontario e proprio tramite l’organizzazione, dopo aver seppellito il padre, doveva partecipare a una missione di Mediterranea per rientrare in Italia. Ma la carovana con 40 tra attivisti e profughi è stata fermata al confine. «È una situazione surreale - racconta Elena Fusar Poli in un video postato su Twitter e su tutti i canali social della ong - Il nostro volontario, che ha la doppia cittadinanza, italiana e ucraina, è stato bloccato alla frontiera di Korczowa, al confine tra l’Ucraina e la Polonia. Vive in Italia da 30 anni, come attesta una lettera dell’ambasciata italiana a Kiev che le autorità ucraine sostengono essere insufficiente». La tensione è alta. «Non vogliono farlo uscire e, tra l’altro, è stata paventata l’opzione dell’arresto, perché è considerata una delle possibilità di fronte al tentativo di quello che loro considerano diserzione - continua la capomissione - È una storia assurda: il nostro volontario è un cittadino italiano, ha moglie e due figli in Italia, lavora nel nostro Paese e ha un certificato dell’ambasciata italiana. Vuole solo tornare a casa». 
IL CLIMA
Vlodymyr è terrorizzato. Tramite un altro moglianese, Danny Castiglione, attivista dell’associazione Officina 31021 che collabora con Mediterranea Saving Humans per le missioni in Ucraina, ha contattato il sindaco di Mogliano Veneto, Davide Bortolato, per avere il certificato di residenza che attestasse il fatto che da anni vive in Italia. Il documento è stato inviato. L’ambasciata italiana a Kiev l’ha validato. Sembrava una questione burocratica di poco conto, ma non è stato così. Un caso che sta bloccando anche tutta la carovana di Mediterranea. «La vice ministra è già stata informata e sta contattando il ministro degli Esteri Luigi Di Maio - conclude Elena Fusar Poli - Ci auguriamo che la situazione possa presto sbloccarsi, perché è surreale che l’Ucraina non riconosca un documento ufficiale dell’ambasciata italiana».

Ultimo aggiornamento: 16:23 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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