PREGANZIOL (TREVISO) - Vive con una istanza di fallimento tra capo e collo e con la pensione: «900 euro - dice - che mi sono guadagnato in 30 anni di lavoro alle poste». Ieri Albino Candelù, 77enne titolare del Mille Lire di Preganziol un pensiero se l'è tolto. Difeso dall'avvocato Guido Galletti è stato assolto nel procedimento, andato in scena con il rito abbreviato, che lo vedeva accusato di bancarotta per distrazione e documentale in merito alle vicende legate al crac del Mille Lire di Zoppola (Pn). La vicenda risale all'aprile 2017 e ha a che fare col fallimento della società Les Papillons, di cui Candelù era l'amministratore unico.
SCRITTURE CONTABILI
Candelù era anche indagato per aver tenuto le scritture contabili della fallita Les Pappilons in modo da rendere impossibile la ricostruzione del patrimonio e del movimento degli affari, in particolare i conti finanziari relativi ai rapporti intrattenuti dalla società fallita con la Venere, in quanto erano documentazioni che mancavano dei saldi di apertura e chiusura, riportavano ingenti saldi negativi del conto cassa e cospicue cifre che, secondo quanto riferito agli investigatori da dipendenti della Pappilons, non corrispondevano al vero. Ma i soldi del giro fra società dello stesso gruppo erano in realtà attribuiti sulla base di una contratto di conto corrente e la distrazione non esiste, in quanto fu proprio Candelù a portare i libri della fallita Le Papillons in Tribunale e i saldi mancanti erano una parte residuale delle scritture di cui la Procura, che aveva chiesto una condanna a 2 anni e 8 mesi, aveva addebitato le irregolarità.
IL SOLLIEVO
«Alla fine - è il commento di Candelù - la verità è venuta fuori e non poteva finire altrimenti». E oggi sogna di riaprire il Mille Lire di Preganziol anche se le condizioni non sono favorevoli. «Ci ho messo dentro più di un milione di euro - ricorda - me lo sono inventato da zero quel locale, che nel 2010 venne decretato uno tra i 5 più belli nel suo genere a livello italiano. So che sulla società pende la possibilità di essere dichiarati falliti, ma alla fine gli stipendi che avanzano i dipendenti, quasi tutti relativi alle ballerine, sono di 19 mila euro. Sono stato io a dire alle ragazze di rivolgersi la sindacato e di chiedere il licenziamento per giusta causa perché non venivano pagate, io non potevo più sobbarcarmi il peso di posizioni regolari, a tempo indeterminato, cosicché potessero trovare un posto dove abitare».