Grave perdita per Treviso. Addio a Menegazzi, rese grande il Bailo

Venerdì 8 Gennaio 2021 di Mattia Zanardo
Grave perdita per Treviso. Addio a Menegazzi, rese grande il Bailo

TREVISO Una lunga vita, intessuta da un filo conduttore: lo studio, la tutela, la divulgazione del patrimonio artistico trevigiano (e non solo).

Il professor Luigi Menegazzi se n'è andato nella notte tra mercoledì e giovedì, alla soglia dei 101 anni: li avrebbe compiuti il prossimo 23 gennaio. Storico dell'arte, docente, autore di importanti saggi e promotore di mostre e progetti culturali, ha legato il suo nome anche al Museo civico di Treviso, di cui è stato direttore per quasi un ventennio, rinnovandolo e ampliandolo. Ha superato in longevità di vita anche il suo insigne predecessore, fondatore dell'istituzione, l'abate Luigi Bailo scomparso nel 1932 a 97 primavere. 


LA STORIA

Trevigiano doc, classe 1920, Menegazzi si laurea in Lettere all'università di Padova, con una tesi su Luigi Nono, pittore dell'Ottocento veneziano. Dopo un periodo di insegnamento nei licei, approda al Bailo nel 1953, come assistente di Luigi Coletti, per poi assumerne la direzione sette anni dopo. «Lo incontrai, credo nel 1963, ero in terza liceo, mescolato a un gruppo di studenti, comitato d'accoglienza a giovani cileni in visita alla città - ricorda Eugenio Manzato, che gli succedette nell'incarico - Ci guidò attraverso le sale del Museo Bailo in una visita che suscitò il nostro interesse per il modo limpido e didattico della sua illustrazione». Proprio in quell'anno aveva dato alle stampe Il Museo Civico di Treviso. Dipinti e sculture dal XII al XIX secolo: attraverso ben 473 schede scientifiche dava conto di tutte le opere esposte all'epoca, un lavoro ciclopico, tuttora un riferimento. Ma innumerevoli sono le monografie, i cataloghi o le esposizioni, spesso fondamentali, da lui curati: dal Pozzoserrato a Cima da Conegliano, da Guglielmo Ciardi ad Arturo Martini, a Gino Rossi , fino alla collezione di manifesti di Nando Salce: «Il museo l'aveva ricevuta in comodato dallo Stato nel 1964, e in un decennio egli, che pur era digiuno di grafica pubblicitaria, l'aveva catalogata e ne era diventato esperto e nel 1974 ne pubblicò una prima pionieristica antologia», sottolinea Manzato. 


LA SUCCESSIONE

«Quando nel 1980 giunsi alla direzione dei Musei civici - continua il successore - seguii, per quanto riguarda la Galleria d'arte moderna e la Raccolta Salce, le strade così ben tracciate da lui: dapprincipio diffidente e lontano, dovette in seguito apprezzare il mio lavoro, tanto che accettò con entusiasmo di collaborare nel 1983 a una mostra monografica sui manifesti di Mauzan. Collaborazione che portò a frequentazione e infine amicizia, che fu sancita nel 1995, nell'occasione dei suoi 75 anni, dalla pubblicazione, promossa dai Club Rotary cittadini (Menegazzi aveva fondato e presieduto il club Treviso Nord, ndr) e a mia cura, di un opuscolo con la sua vasta bibliografia». Nel 2013, il Comune gli ha tributato il Totila d'oro e, in occasione del cinquantenario della sua guida, è stato pubblicato il primo volume del nuovo Catalogo generale della Pinacoteca di Treviso, a lui dedicato. Commosso per il duplice omaggio, nella cerimonia a Santa Caterina, Menegazzi aveva ripercorso gustosi aneddoti della sua carriera. Come quando aveva fatto da cicerone al re e alla regina di Svezia, che, di passaggio nella Marca ospiti dei conti Collalto, erano venuti ad ammirare gli affreschi di Tomaso da Modena e il museo. Lucido fino all'ultimo, si è spento serenamente nella sua casa. Lascia le figlie Paola e Marina, i funerali saranno celebrati sabato, alle 15, nella chiesa di Sant'Agnese. Proprio di fronte, non serve quasi dirlo, al suo museo. 

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