MONASTIER (TREVISO) - A cinque mesi dalla scomparsa del marito Franco Menegaldo, se ne è andata anche la moglie Bertilla.
AMORE E LAVORO
Da giovane, come amava ricordare, lei, come i suoi 11 fratelli, era cresciuta in fretta, andando a lavorare prima in una sartoria e poi in una fabbrica tessile. Conobbe Franco una domenica, ospite del matrimonio di un'amica, durante il pranzo al ristorante Menegaldo. Lui rientrava da una gara ciclistica e fu amore a prima vista. Tre anni dopo si sposarono e lei iniziò a lavorare in cucina al fianco della suocera. Sotto la sua mano e la sua guida il ristorante, specializzatosi in pietanze a base di pesce, fece il salto di qualità, entrando di diritto nel panorama dei più rinomati della Marca, vedendo riconosciuto il proprio lavoro, assieme al marito e alla famiglia tutta, anche da Accademia italiana della Cucina. Non frequentò corsi di cucina, ma insegnò a tanti, anche all'estero, i segreti dei piatti a base di pesce. Da lei hanno imparato le figlie Stefania e Rosanna, mentre Patrizia si occupava della sala affianco a papà Franco. «Mamma ha fatto parte di quella generazione di donne che lavorando dietro le quinte hanno fatto la fortuna dei ristoranti - afferma la figlia Patrizia -. Aveva estro, curiosità, istinto per il cibo e gli abbinamenti, è stata la nostra fortuna oltre ad essere stata una donna riservata e bella». Bertilla ricordava sempre: «Con il nostro lavoro non si finisce mai di imparare», ma fedele alla tradizione esaltava la materia prima. «Quando vedo in giro piatti che sembrano disegnati da un artista ma che oltre all'apparenza non offrono altro, ho un certo fastidio» affermava. E quando agli si chiedeva quali erano le sue soddisfazioni rispondeva: «Sono gratificata ogni volta che un cliente si affaccia in cucina per complimentarsi».
IL CORDOGLIO
«La cucina trevigiana ha perso un'altra colonna, Bertilla Fregonese, che con la sua bravura, ha saputo creare, far conoscere ed apprezzare il ristorante Menegaldo con i piatti di pesce, lavorando sempre in sordina» ricorda Andrea Procida, collega ed amico di famiglia. «Era instancabile in cucina - il ricordo di Luigi Bortoletto (Gigetto) di Miane -, un fenomeno come preparava il pesce nella sua semplicità, nessuna era come lei». «Ci conoscevamo con lei e Franco da giovani - afferma Giancarlo Pasin, de Alla Pasina di Dosson -, eravamo come fratelli oltre che colleghi, un piacere degustare i piatti che Bertilla preparava con bravura e semplicità». E Da Salvarosa, Egidio Fior, presidente dei Ristoranti del Radicchio aggiunge: «Era sempre presente in cucina, sorridente, una persona buona, brava e modesta, l'avevo vista lunedì scorso quando ero stato a degustare il suo pesce, con la sua scomparsa dopo quella di Franco siamo tutti più tristi». Guido Albertini di Visnadello: «Noi cuochi più giovani abbiamo imparato il bello del mestiere da persone come lei e suo marito Franco» Infine Celeste Tonon di Venegazzù. «Sono molto dispiaciuto, la nostra cucina ha perso un'altra colonna, Bertilla sapeva cucinare in modo magnifico, esaltando i sapori, rimanendo sempre fedele al concetto di semplicità».