Insulti sui social, i medici passano al contrattacco e querelano

Martedì 30 Aprile 2019 di Mauro Favaro
Insulti sui social, i medici passano al contrattacco e querelano
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Ora basta. I medici si sono stancati di essere accusati e insultati da pazienti che minacciano di denunciarli e di trascinarli in tribunale chiedendo dei maxi-risarcimenti, sia direttamente in ambulatorio che attraverso social network. E hanno deciso di rispondere con la stessa moneta. Cioè querelando le persone che li denigrano e li diffamano. Non si era mai arrivati a tanto. Il giro di vite è stato annunciato dall'Anpo, l'associazione nazionale dei primari ospedalieri, che a Treviso è guidata da Roberto Rigoli, direttore della Microbiologia del Ca' Foncello.
«Se i medici sbagliano, devono pagare. In questi casi siamo i primi a prendere posizione a difesa dei pazienti. Di contro, non possiamo più accettare di essere attaccati e offesi in modo gratuito e senza alcun fondamento. Abbiamo già documentato 3 casi in cui i pazienti si sono sostanzialmente inventati dei disservizi solamente per poi chiedere di non pagare il ticket. D'ora in poi, davanti ad atteggiamenti del genere, andremo per vie legali».

Rigoli sottolinea più volte che i camici bianchi non dichiarano guerra ai pazienti in modo indiscriminato. «Bisogna trovare una nuova alleanza tra i pochi medici rimasti, che lavorano sotto organico, facendo ore aggiuntive non pagate, e i pazienti, che invece sono sempre più numerosi. Se non si corre ai ripari, si rischia di assistere a un'ulteriore fuga di medici. Non ne possiamo davvero più. Siamo esasperati. Se ne esce solo creando un nuovo rapporto di fiducia reciproca. E questo passa per la tolleranza zero verso chi insulta e minaccia». Il problema è latente e continuo. Emergono solo i casi estremi. A partire dalle aggressioni fisiche. Ma queste non sono che la punta dell'iceberg.
LE PROTESTE
L'ufficio relazioni con il pubblico dell'Usl della Marca è subissato da proteste e lamentele spesso infondate. Il settore che viene preso più di mira è quello del pronto soccorso.«Il risultato è che i medici rischiano di passare più tempo a compilare carte che non a fare il loro lavoro rivela il primario ogni volta che arriva una lamentela siamo chiamati a fare una dettagliata relazione. E' chiaro che se diventa la normalità, come sta succedendo, si blocca tutto». L'Anpo ha deciso di muoversi in autonomia. Saranno direttamente i medici a denunciare i pazienti che non tengono un comportamento adeguato. E alle loro querele si aggiungeranno quelle dell'Usl della Marca.
L'AZIENDA SANITARIA
Il direttore generale, Francesco Benazzi, ne ha presentate tre solo nell'ultimo periodo. «Abbiamo denunciato tre pazienti che hanno insultato i medici, anche attraverso i social network conferma il primo caso riguarda la persona che si è denudata nell'ospedale di Castelfranco mettendosi a dormire per terra e facendo credere che non ci fosse nemmeno una poltrona per chi fa assistenza. E poi ce ne sono stati altri due che hanno diffamato gli specialisti sui social, chiamandoli lazzaroni e aggiungendoci altre offese altrettanto pesanti». I pazienti che non riescono a controllarsi sono avvisati.
 
Ultimo aggiornamento: 18:53 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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