Medici di base, l’Usl ne cerca 64: ecco i comuni che resteranno senza ambulatorio

Mercoledì 6 Maggio 2020 di Mauro Favaro
Medici di base, l’Usl ne cerca 64: ecco i comuni che resteranno senza ambulatorio
TREVISO Alla ricerca di 64 nuovi medici di famiglia per quasi 100mila trevigiani. Tanti ne mancheranno alla fine di quest’anno sul totale dei 540 che operano negli ambulatori sparsi nella Marca. Basti pensare che i camici bianchi sul territorio hanno rappresentato uno dei primi argini contro il coronavirus nel picco dell’emergenza. Il punto è che molti di questi dottori stanno per andare in pensione. E già si sa che per sostituirli sarà necessario ricorrere agli specializzandi. L’elenco degli ambulatori che resteranno vuoti e che dovranno essere in qualche modo riempiti è stato stilato dall’Usl della Marca. Zone carenti, è la definizione tecnica. 

LE ZONE
Nell’area di Treviso servono 9 medici di famiglia. L’azienda sanitaria ha previsto dei vincoli precisi per l’apertura dei nuovi ambulatori. Due dovranno essere nel quartiere di Santa Bona. Più una filza di incarichi singoli: nel quartiere di San Pelajo, a San Liberale, a San Giuseppe, nel quartiere di San Paolo, a San Zeno e a Sant’Angelo. Il quadro è completato dal vincolo di apertura di un ambulatorio anche nel comune di San Biagio, che assieme a Silea fa parte dello stesso ambito del capoluogo. Non va meglio nell’area di Treviso Sud: in questa zona si cercano 10 medici di famiglia. È il quadrante più in difficoltà dal punto di vista dell’assistenza territoriale. L’Usl ha messo in conto la necessità di aprire quattro nuovi ambulatori a Mogliano, uno nella zona di Zerman e Bonisiolo, due a Preganziol, altri due a Zero Branco e uno a Casale sul Sile.
«Molti medici di famiglia sono vicini alla pensione: l’apice verrà toccato proprio tra quest’anno e il 2021 – spiega Bruno Di Daniel, componente del comitato scientifico della scuola di formazione del Veneto dei medici di medicina generale, oltre che segretario dello Snami di Treviso – il problema della sostituzione nasce dal fatto che fino a due anni fa in tutta la regione non c’erano che 50 posti a disposizione per la specialità di medicina generale. Ora sono aumentati. In graduatoria, comunque, ci sono già diversi medici di famiglia e la nota positiva è che anche gli specializzandi potranno assumere incarichi ed entrare in servizio negli ambulatori». 

L’APERTURA
Sono appunto 50 quelli all’ultimo anno del triennio di formazione. Di seguito, 140 frequentano il secondo anno e altri 225 hanno iniziato il primo anno. Toccherà anche a loro, inevitabilmente, riempire gli studi in questione per scongiurare il rischio che restino vuoti. I medici non ancora specializzati possono seguire fino a 650 cittadini ciascuno. Meno della metà rispetto ai dottori di base titolari, che possono contare anche più di 1.500 assistiti. Oltre a questo, però, non ci sono altri limiti. L’elenco dell’Usl continua evidenziando la necessità di reperire 4 medici per la zona di Treviso Ovest. Qui ci sono tre vincoli per l’apertura di un ambulatorio a Quinto, uno a Paese e uno a Istrana. 
LONTANO DAL CAPOLUOGO
Servono 4 medici di famiglia anche nella zona di Montebelluna. L’Usl ha posto il vincolo per l’apertura di tre ambulatori proprio a Montebelluna e per uno a Caerano. Le cose non vanno meglio nella zona della Pedemontana. Nell’area di Cappella Maggiore, in particolare, servono altri 4 medici di base: uno per Cappella Maggiore e Fregona, uno per Cappella Maggiore e Colle Umberto, uno per Cappella Maggiore e Cordignano e uno per Sarmede. Discorso identico per il quadrante del Grappa. Anche qui c’è la necessità di trovare al più presto 4 nuovi medici di famiglia: tre con il vincolo di aprire l’ambulatorio a Pieve del Grappa e uno a Monfumo. «Inevitabilmente toccherà anche agli specializzandi – tira le fila Brunello Gorini, segretario della Fimmg di Treviso, la federazione dei medici di famiglia – in questa situazione sarebbe opportuno che gli specializzandi potessero sì assumere un incarico provvisorio, ma con la possibilità di trasformare poi questo incarico in definitivo. Sarebbe importante per loro ma anche per i pazienti».
 
Ultimo aggiornamento: 08:15 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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