Bagni no gender al Mazzotti: la politica si divide e scoppia la polemica

Lunedì 12 Dicembre 2022 di Giuliano Pavan
Il Mazzotti
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TREVISO - Il caso del bagno gender all’istituto per il turismo Mazzotti di Treviso divide la politica. Il dibattito si è subito infiammato tra chi considera sbagliata la scelta della dirigente scolastica Anna Durigon, chi la difende, chi la appoggia e chi, come ad esempio il sindaco di Treviso Mario Conte, a differenza di Lega e Fratelli d’Italia, lancia segnali d’apertura, nemmeno troppo velati. «Se la richiesta è arrivata dagli studenti non ci vedo assolutamente nulla di male» ha affermato il primo cittadino. 
 

LE APERTURE
«Una cosa è la polemica politica, un’altra la vita reale» aveva subito detto la preside Durigon, consapevole che proprio la politica si sarebbe scatenata sul tema. Dalla destra è infatti arrivata una sonora bocciatura, dalla sinistra un appoggio quasi incondizionato. Com’era prevedibile su entrambi i fronti. Ad animare il dibattito c’ha però pensato il primo cittadino di Treviso, non anteponendo battaglie ideologiche: «Io, come sindaco, sono per andare incontro alle esigenze della comunità quando ti vengono manifestate. Il fatto che la richiesta arrivi dagli studenti è segno di una sensibilità che la dirigente scolastica ha fatto bene ad accogliere evitando dei disagi agli studenti che ha in quel momento hanno esternato un bisogno». Bisogni che, se si dovessero manifestare, saranno accolti anche da Sandra Messina, preside del liceo artistico di Treviso: «Andremo incontro ai ragazzi». Se per Luigi Calesso, di Coalizione civica, il bagno neutro al Mazzotti «è la prova che la scuola, la città e gli uffici pubblici (riferendosi all’altro caso, quello dell’anagrafe di Treviso che ha rilasciato la carta d’identità a un minore con l’indicazione dei nomi di due mamme, ndr) sono più avanti della politica nel rispondere alle esigenze delle persone garantendo l’esigibilità dei diritti», per la consigliera comunale del Pd Antonella Tocchetto è necessario «dare spazio a tutte le istanze se siamo in un paese democratico, per cui ha fatto bene la preside».
 

LE BOCCIATURE
Fratelli d’Italia e Lega però non ci stanno.

Anzi, vanno giù duro. «La scuola dovrebbe fare chiarezza e dare strumenti per comprendere le cose e non generare confusione - sostiene il senatore di FdI, Luca De Carlo - Ci sono due bagni: uno per le donne e uno per gli uomini e quelli devono rimanere». «Stiamo affrontando delle emergenze, quindi mi concentrerei sui problemi da risolvere - dichiara l’ex deputato della Lega Giuseppe Paolin - È giusto che se ne discuta ma anche all’interno dei transgender ci sono diverse categorie, e allora cosa facciamo? Facciamo cinque bagni diversi? Io non ho la soluzione al problema, rispetto tutti i diritti però chiedo di essere pragmatici: se ci sono risorse da investire risolverei prima i problemi delle aule». «Una pagliacciata vergognosa nel mio ex istituto» commenta su Facebook l’assessore di Montebelluna Michele Toaldo, che rincara la dose: «Decisione fuori dal mondo, con tutti i problemi che hanno le scuole. Credo che queste cose vengano introdotte in maniera ideologica da alcuni docenti facendo leva sul fatto che gli studenti, a quell’età, sono plasmabili. I generi sono ben identificati in natura».

Ultimo aggiornamento: 18 Aprile, 00:32 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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