TREVISO - Ad accogliergli, a palazzo Rinaldi, il cerimoniante: un Giancarlo Gentilini in grande spolvero. «Siete in ritardo», è sbottato con tono bonario quando li ha visti arrivare. Davanti a lui c'erano Giuseppe Basso, ex assessore ai Lavori Pubblici, e la compagna Deborah.
LA CERIMONIA
Gentilini ha comunque fatto da mattatore. Ha praticamente sostituito le formule di rito con un discorso dei suoi, fatto davanti ai due sposi e ai testimoni, tutti ben distanziati nella grande e bella sala verde di palazzo Rinaldi. Per via delle norme anti-contagio non c'era nessun altro accanto a loro. Lo Sceriffo ha citato Dante - «L'amore che muove ogni cosa» - ha intrattenuto tutti e, alla fine, ha sposato.
ALL'USCITA
In piazza Rinaldi, ad aspettare la coppia, si sono presentati il sindaco Mario Conte, l'amico di sempre e assessore ai Lavori Pubblici Sandro Zampese, il vicesindaco Andrea De Checchi e il presidente del consiglio comunale Giancarlo Iannicelli. Tutti regolarmente con mascherina e distanziati per il matrimonio più strano di sempre. «Purtroppo non ho potuto offrire niente a nessuno - ha spiegato Basso - non c'è stato nessun rinfresco e nemmeno invitati. Ma ho promesso che, appena sarà possibile, ci faremo perdonare. Diciamo che dopo 35 anni, tra il periodo da morosi e la convivenza, ci siamo sentiti pronti a questo passo. E siamo contenti».
P. Cal.