Sindaco va a pranzare al ristorante
«Qui è sicuro, sostengo la protesta»

Sabato 16 Gennaio 2021 di Laura Bon
Il sindaco di Maser Benedos nel ristorante che ha aderito alla protesta "IoApro"
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Il sindaco di Maser a pranzo dal “suo” ristoratore. Claudia Benedos non ha avuto dubbi: ieri, a pranzo, ha scelto di non cucinare a casa e di regalarsi, invece, un prelibato pranzo alla tavola del ristorante da Jodo, di Maser, del quale è titolare Marco Bonotto, che fra l’altro è un consigliere comunale di maggioranza. Così ha prenotato per tempo e ieri si è presentata nel locale, con il marito e la figlia. «L’ho fatto sia per sostenere la protesta -racconta la Benedos- sia per testare di persona la qualità delle misure messe in atto da questo e da molti altri ristoratori. Anche gli altri avventori, una ventina in tutto, erano tutti conviventi. Ho notato un avvocato e la moglie, un imprenditore e la moglie, un papà con le bambine. Insomma, tutto era perfetto. Per questo trovo assurdo che i ristoranti restino chiusi. Credo infatti che i veri problemi non si verifichino nei locali ma all’interno delle famiglie. Un barista di Maser, ad esempio, ha preso il covid, ma a contagiarlo non sono stati i clienti, dato che il bar era chiuso, bensì il figlio». Ma il sindaco esprime anche le proprie perplessità per l’atteggiamento delle Forze dell’ordine. «Ho ricevuto due circolari da Prefettura e Questura che lasciavano intendere un rischio elevato legato alla protesta. Sembravano in assetto di sommossa. Beh, mi sembra che tutto ciò sia stato eccessivo»

Intanto, Marco Bonotto è soddisfatto. «È andata bene -racconta- ho avuto venti persone a pranzo e trenta a sera. Non solo, ho rifiutato molteplici prenotazioni perché volevo rimanere sotto il limite massimo. E comunque, questa non è una giornata per incassare». Poi aggiunge: «Il sostegno della clientela è fantastico non solo dal punto di vista economico, ma soprattutto morale. Li ho avvisati che potevano incorrere in sanzioni, ma non si sono tirati indietro». Per quanto riguarda il futuro, afferma: «Il movimento è partito da quattro giorni ed è stato ostacolato da altre sigle. Noi vogliamo lavorare. La nostra richiesta è di farlo in sicurezza ed è giusto lasciarcelo fare. Del resto è stato ampiamente dimostrato che il contagio non arriva dal ristorante. Se durante le festività ci avessero permesso di tenere aperto avrebbero evitato un sacco di problemi: molte famiglie sarebbero venute al ristorante dove avrebbero rispettato le regole invece che trovarsi in casa, senza protezioni di alcun tipo».

Intanto, però, la notizia della presenza del sindaco al ristorante Da Jodo ha fatto capolino anche sui social, telegram in particolare. E di fronte alla notizia della prenotazione di un primo cittadino in ristorante molti hanno pensato che si trattasse di quello di Montebelluna. Comprese le forze dell’ordine, che lo hanno contattato. «Neanche volendo farlo non potrei -ha subito precisato Severin- io ho prima una riunione di maggioranza e poi una riunione del sindaci della provincia di Treviso. Avrò giusto il tempo per un panino al volo».
 

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