I genitori di Gianmarco Gallina da Canazei: «Noi ci speriamo ancora»

Sul ghiacciaio insieme alla fidanzata Emanuela Piras. I genitori e il fratello sono molto conosciuti a Montebelluna per il loro impegno nella comunità e nello sport

Martedì 5 Luglio 2022 di Laura Bon e Maria Elena Pattaro
Gianmarco Gallina con Emanuela Piras e Davide Miotti, compagni di cordata in passato e anche sulla Marmolada

MONTEBELLUNA - «Ci speriamo ancora che il nostro Gianmarco sia vivo. Non ci arrendiamo, fino all'ultimo». Da Canazei, in Trentino, dove è stato allestito il quartier generale per le ricerche sulla Marmolada, mamma Roberta e papà Antonio non si danno per vinti. Anzi si aggrappano con tutte le loro forze a quella flebile, ostinata speranza. Gianmarco Gallina, 32 anni, originario di Montebelluna, è uno dei tanti dispersi della valanga che ha sconquassato la Marmolada. Con lui c'era anche la compagna Emanuela Piran. «In cordata con Davide Miotti e la sua compagna - dicono gli amici - Con Miotti, la guida alpina cittadellese tra le 7 vittime già accertate, li aveva già accompagnati sulla vetta della Marmolada. Sui social le foto li ritraggono sorridenti a luglio di due anni fa. Volevano replicare l'impresa, invece sono stati travolti dalla furia della valanga» La coppia conviveva da qualche anno nel Bassanese. Legati da un grande amore in cui trovava spazio anche la passione per la montagna. Erano entusiasti per quell'escursione sulla Marmolada. Ignari che sarebbe stato un viaggio senza ritorno, travolti da un immenso seracco si sarebbe staccato dal ghiacciaio e precipitato nel vallone a 300 chilometri all'ora. I genitori di Gianmarco, che abitano in via Cesare Maltoni, a Guarda, sapevano che la coppia aveva un appuntamento con la Marmolada, la Regina delle Dolomiti. Ma quando hanno iniziato a diffondersi le immagini del disastro, hanno sperato con tutto il cuore «che avessero cambiato meta», come hanno raccontato a un vicino di casa che ieri li ha sentiti al telefono. Invece no, erano proprio lì. Dove ora sono andati anche loro per seguire da vicino le ricerche, disperate. Intanto nel quartiere regnano ansia e preoccupazione: «Siamo davvero molto scossi - dice Fernando, che abita nella stessa palazzina dei Gallina - Non potevamo immaginare che tra i dispersi ci fosse anche Gianmarco con la sua compagna. Da quando si era trasferito, tornava ogni tanto a trovare i suoi genitori. È una tragedia».


SPORT E DETERMINAZIONE
Gianmarco si è diplomato come geometra all'istituto Einaudi di Montebelluna. Poi aveva trovato lavoro nell'ambito dell'edilizia e da qualche anno si era trasferito nel Bassanese insieme alla compagna Emanuela. Il 32enne aveva gareggiato a livello agonistico con la società Montenuoto, come delfinista, fino alla categoria Juniores. Adesso aveva intenzione di riavvicinarsi al nuoto, innamorato com'era dello sport, soprattutto quelli di fatica, che richiedevano un notevole sforzo fisico ma che allo stesso tempo sapevano regalare grandi soddisfazioni. Gli amici e gli ex compagni di squadra lo descrivono come «una persona motivata, solare, di compagnia. Con una forte determinazione: Gian ha sempre avuto le idee chiare ed è sempre stato molto motivato nel raggiungere i suoi obiettivi».Quella del 32enne è una famiglia molto conosciuta e stimata in città. La mamma, però, è originaria di Biadene. Il papà di lei, nonno di Gianmarco, Rino Cervi, è stato lo storico costruttore dei carri del palio. Il papà e la mamma di Gianmarco, invece, dopo aver lavorato per anni come commessi alla Standa, hanno aperto e gestito per parecchi anni un supermercato a Vedelago. Molto conosciuto anche il fratello di Gianmarco, Leonardo, che dopo aver frequentato come il fratello maggiore l'istituto Einaudi, ha militato in varie squadre della zona fra le quali il San Gaetano calcio. Insomma, una famiglia tranquilla e impegnata: la loro sofferenza, in queste ore, è quella di un'intera comunità. Sì perché i vertici del Soccorso Alpino non hanno lasciato molti margini di speranza: «Nessuno può essere uscito vivo da lì sotto».

LE REAZIONI
«È' una vera tragedia - dice Elzo Severin, assessore alla sanità -. A posteriori è facile parlare, ma la verità è che nessuno poteva preventivare ciò che è accaduto». In serata, intanto, è arrivato il ricordo del nuotatore Federico Scienzi Colbertaldo, che aveva conosciuto Gianmarco proprio in piscina. «Quello che posso dire è che era un bravissimo ragazzo.

Aveva iniziato a nuotare tardi, non aveva fatto la scuola nuoto, generalmente si inizia a sei anni, lui aveva cominciato dopo e aveva sempre pagato questo gap però si era sempre allenato moltissimo. Era puntualissimo precisissimo. Veramente un ragazzo d'oro».

Ultimo aggiornamento: 15:19 © RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci