Mezza maratona di Treviso, il podio è tutto africano. Simba arriva del Kenya e batte il suo record

In gara anche il sindaco Mario Conte che ha battuto il suo record personale di 8 minuti. La prima delle donne è Manuela Bulf che ha dedicato la vittoria ai suoi quattro figli

Lunedì 10 Ottobre 2022 di R.T.
I tre vincitori della Mezza di Treviso

TREVISO - Il gigante e la mammina. Lui che insegue il suo personalissimo record dell'ora e alla fine lo manca di qualche decina di secondi, pur realizzando il primato della gara. E lei che all'esordio in una mezza maratona trova la vittoria e poi la dedica ai quattro figli. Una strana coppia per l'ottava edizione della Mezza di Treviso CentroMarca Banca. Il keniano Dickson Simba Nyakundi parte con l'idea di correre per la prima volta sotto l'ora, prestazione che gli avrebbe regalato un posto tra i migliori 50 atleti al mondo del 2022. Sfianca la lepre, che avrebbe dovuto portarlo in carrozza sino a metà gara, sfida le folate di vento e alla fine ferma il cronometro a 1h00'39, record della gara (cancellato il primato che dal 2016 apparteneva al connazionale Paul Kariuki Mwangi) e miglior tempo di sempre in una 21 km sul suolo trevigiano.

Il protagonista

Il muro dell'ora, però, resta in piedi. Ventisette anni, della tribù Kisii, era arrivato giovedì dal Kenya per essere protagonista a Treviso. Non tradisce le attese. Al 7° chilometro, dopo aver mandato in crisi il connazionale Philimon Kipkorir Maritim, incaricato di dettargli il ritmo, Nyakundi allunga la falcata, stacca definitivamente il compagno e prosegue in solitaria sino all'arrivo su un ritmo ampiamente inferiore ai 3 minuti al chilometro. Alla fine, in viale d'Alviano, il podio è interamente africano, con il keniano Simon Waithira Mwangi secondo in 1h05'59 e il gambiano Ousman Jaiteh terzo in 1h12'12, anche a causa di un errore di percorso. Quarto il trevigiano Stefano Ghenda (1h13'40). «Un percorso splendido e un'ottima organizzazione - le parole di Nyakundi, in primavera vincitore pure alla Stramilano -.

Sono anche contento per aver fatto il mio record (l'8 maggio a Piacenza aveva corso in 1h01'15, ndr). Spero che questo risultato spinga i giovani italiani a dedicarsi alla corsa».

La dominatrice

E' stata anche la grande domenica di Manuela Bulf, 37enne di Taibon Agordino, dominatrice della gara femminile. Manuela è un volto noto dell'atletica veneta, eccelle nelle corse in montagna e nei cross, ma era la sua prima mezza maratona: l'ha chiusa in 1h20'14. Con una dedica speciale: «Al mio allenatore Ivano Marcon (ex maratoneta di valore, anche in maglia trevigiana, ndr) e ai miei quattro figli». Sul podio anche la vittoriese Elisa Comisso, seconda in 1h22'10, e la vicentina Tiziana Scorzato, terza in 1h25'58. Nyakundi e Bulf si sono anche aggiudicati il 2° Trofeo Cristian Tonellato, dedicato alla memoria di un grande amico della Mezza di Treviso. Cristian non c'è più, a causa di un malore durante un allenamento ma, grazie anche all'impegno della moglie Alessandra, il suo nome continua a vivere in abbinamento alla manifestazione che aveva tanto amato. Tra i 1800 iscritti pure il sindaco Mario Conte, arrivato in 2h09'13 («Molto meglio dell'anno scorso» grida lo speaker, e in effetti il miglioramento è di circa 8 minuti), affiancato dal direttore generale di CentroMarca Banca, Claudio Alessandrini, alla sua prima mezza maratona, anche per confermare la vicinanza dell'istituto di credito agli eventi sul territorio. Quest'anno, alla Mezza di Treviso, è stata nuovamente inserita la 10 km, a carattere non agonistico, che mancava dal 2019: davanti a tutti Lorenzo Valota (31'45), che ha preceduto l'argentino d'adozione trevigiana Nicolas Bermejo (32'35), ed Elena Busetti (38'24). Soddisfatto l'organizzatore Salvatore Bettiol: «Sogno di portare a Treviso un campionato italiano. Tra due anni festeggeremo la decima edizione, chissà». Applauditi anche l'olimpionica Gabriella Dorio, ora impegnata nell'attività di avviamento alla corsa promossa da Diadora, e Osvaldo Faustini, capitano di Bettiol nella Coppa del Mondo di maratona vinta dall'Italia a Seul nel 1987. A fine giornata, Salvatore e Osvaldo sono ancora lì, soli soletti, a tirare giù striscioni. Una passione senza fine.

Ultimo aggiornamento: 11:06 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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