Nuotatore ferito. Soccorsi lentissimi «Mio figlio 25 minuti agonizzante a terra»

Lunedì 4 Febbraio 2019 di Francesco Coppola
Manuel Mateo Bortuzzo
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MORGANO - La notizia del ferimento del 19enne nuotatore Manuel Mateo Bortuzzo, nelle prime ore di domenica nei pressi di Roma, ha travolto tutti. Familiari, certo, amici, colleghi. Soprattutto per le modalità. Di mezzo c'è quasi certamente un errore di persona. E, se non bastasse, giallo nel giallo, sembra che anche i soccorsi siano arrivati con colpevole ritardo. «L'ambulanza ci ha messo 25 minuti, forse di più - dice un frastornato ma speranzoso Franco Bortuzzo, papà di Manuel Mateo - Mio figlio si è trovato al posto sbagliato nel momento sbagliato, ma i suoi amici mi dicono che quell'ambulanza non arrivava mai».
 

 


Colpito da un proiettile, il ragazzo era a terra privo di conoscenza. Soccorsi più tempestivi avrebbero forse reso meno drammatico lo scenario delle ore successive. Ma sono ipotesi. Intanto anche tecnici e dirigenti delle società nelle quali l'atleta aveva gareggiato fin dalla giovanissima età, si stanno stringendo attorno alla famiglia. Manuel aveva vissuto negli ultimi anni a Treviso, a Morgano, ma è nel  veneziano che aveva mosso i primi passi nel mondo del nuoto. Tra i primi a esprimere le proprie preoccupazioni e soprattutto l'augurio affinché Manuel possa superare questo difficilissimo momento della sua vita c'è Francesco Mattiuzzi che lo aveva seguito da bambino prima al Centro Nuoto Portogruaro e successivamente al team Hydros dove Mattiuzzi è attualmente il responsabile. «Manuel è un ragazzo molto tranquillo e gioviale con la grande passione per il nuoto soprattutto nelle specialità dello stile libero legate al mezzofondo e al fondo. Quanto ho appreso la notizia dal Tg non volevo credere alle mie orecchie. Poi ho seguito gli aggiornamenti sui siti web e sui social e ho capito che si trattava di qualcosa di molto grave. Mi dispiace tantissimo anche perché conosco molto bene il suo grande impegno negli sport natatori. Spero che tutto si risolva nel migliore dei modi. Per come lo conosco credo che lui non possa stare lontano dalle piscine, anche se mi rendo conto che in questo momento le priorità sono altre».
GLI ALLENAMENTISulla stessa lunghezza d'onda il tecnico Stefano Rossi che, subito dopo il passaggio di Bortuzzo dall'Hydros, approdò insieme alla sorella al Nuoto Venezia allenandosi a Mestre nella piscina del Centro.
Sodalizio che fino a qualche anno fa apparteneva al celeberrimo Team Veneto, il gruppo che raccoglieva i migliori nuotatori del Nordest d'Italia. «Ero appena tornato a casa quando alcuni amici mi hanno informato di quello che era successo -dice con grande amarezza-. E' un bravo atleta e aveva fatto parte della nazionale italiana giovanile partecipando a importanti competizioni. Poi è andato a Roma con l'Aurelia e se non sbaglio si allena al Centro Federale di Ostia agli ordini del ct Stefano Morini». «Ho sentito che qualcuno lo ha definito pallanotista -precisa Rossi- ma lui è un nuotatore puro. Per quel che ne so a Roma era partito bene ma poi era stato fiaccato dalla mononucleosi che ne aveva limitato notevolmente la preparazione. Puntava a riprendersi dopo la malattia». «È un ottimo atleta -conclude il tecnico mestrino- e nell'ultimo anno che l'ho allenato, proprio nel periodo in cui andava fortissimo, fu vittima di una caduta con la moto con la conseguente distorsione a una spalla che lo fermò per due mesi. Le sue gare predilette sono quelle sulle lunghe distanze che poi gli hanno regalato le maggiori soddisfazioni. Con lui ho sempre avuto un ottimo rapporto. Manuel possiede una grande forza. Speriamo che riesca a venirne fuori. Incrociamo le dita».

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