Trova il manoscritto del marito morto e ne fa un libro

Mercoledì 7 Luglio 2021 di Laura Bon
Franzo Zizola con la moglie Silvana Leggerini

MONTEBELLUNA - L'amore nato al liceo, rafforzato dalle vicissitudini della vita, fra figli e nipoti, fra il mondo della scuola e quello della cultura. Oltre la malattia. Oltre la morte. Chiunque conosca tale sentimento, in qualunque forma, non può non essere pervaso da un brivido e sentire la pelle d'oca nel leggere il titolo di un libro Il convittore. Una storia d'amore, pubblicato in questi giorni da Lunargento (Venezia 2021). E non è quel titolo a strappare la lacrimuccia ma, per prima cosa, il nome dello scrittore, Franco Zizola, stimatissimo e amatissimo insegnante di Montebelluna, scomparso lo scorso anno, il 4 luglio.

Già questo sarebbe sufficiente per correre in libreria.

LA SCOPERTA
Ma c'è dell'altro. Il libro si è materializzato grazie al lavoro delle moglie di Franco, Silvana Leggerini, lei stessa docente di matematica e fisica e oggi impegnata nella divulgazione scientifica, legata al marito da una corrispondenza d'amorosi sensi immortale. «Quello che è uscito - spiega Silvana Leggerini - è la prima e seconda stesura de Il convittore, il primo libro di mio marito, che era stato pubblicato nel 1968, e di cui ho ritrovato il manoscritto, in un cassetto di casa, fra mille carte. E' molto più ricco di particolari, che Franco aveva omesso nella redazione definitiva». Silvana, dopo la morte del suo Franco, ha preso in mano quel manoscritto. «È stato il mio lavoro di tutto un anno; mi sta molto a cuore perché ci sono le sue gioie e sofferenze e...la nostra storia, negli anni del liceo».

LA MACCHINA DA SCRIVERE
«Una penna stilografica, qualche penna biro -si legge nella quarta di copertina- una macchina da scrivere Olivetti Lettera 22, un foglio di carta carbone tra due fogli di carta sottile, quasi velina, per la stampa in duplice copia: oggetti desueti, nessuno scrittore li usa più. I giovani li guardano con curiosità. Questi strumenti hanno permesso di far rivivere le parole scritte in un diario, il diario di un giovane di vent'anni che vi ricostruisce la propria adolescenza e la prima giovinezza tra la fine degli anni Cinquanta e l'inizio dei Sessanta». Franco Zizola vi ripercorre gli anni passati ad Assisi come ospite del Convitto Nazionale per frequentare il Liceo classico Properzio dal 1957-1958 al 1961-1962. «Ho lavorato sulla prima e sulla seconda stesura -dice la prof Leggerini, una scritta a mano e una a macchina, nella quale mancano dei passaggi. Ho riscritto ciò che aveva cancellato, recuperando i passaggi». Ed ecco la storia d'amore con Anna, alias Silvana, una storia di sguardi, un concerto all'ultimo anno in cui Anna gli prende la mano. Nasce tutto da lì. Da Assisi a Milano, da Valdobbiadene a Montebelluna. Un lieto fine. Perché fine non c'è.

Ultimo aggiornamento: 10:24 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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