Mancano anestesisti: i turni coperti dalle coop. «Bisogna aumentare gli stipendi»

Martedì 7 Giugno 2022 di Mauro Favaro
Medici in sala operatoria (foto di archivio)
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VITTORIO VENETO - Carenza di medici e di specialisti.

Un problema serio per tutta la Marca. Che a Vittorio Veneto diventa, però, particolarmente spinoso. A patirne le conseguenze, in maniera drammatica, l'unità di anestesia e rianimazione di Vittorio Veneto. Non ci sono abbastanza anestesisti per star dietro all'ampliamento della Terapia intensiva, destinata a salire a 6 posti letto attraverso un intervento da 2,4 milioni di euro. E così l'Usl ha affidato il servizio di guardia a una ditta esterna. Sarà la società cooperativa Anthesys di Chirignago a fornire i medici necessari per i prossimi 4 mesi. Cioè fino a settembre.

LA PIAGA
L'obiettivo è coprire i buchi soprattutto nel periodo estivo. Il nodo è stato messo in evidenzia da Alberto Grassetto, primario dell'unità di Anestesia e rianimazione, d'intesa con la direzione della stessa Usl. «Considerata la persistente situazione di carenza di personale medico e stante la necessità di garantire il servizio di guardia anestesiologica nel presidio ospedaliero spiegano dall'azienda sanitaria c'è l'urgenza di procedere all'affidamento del servizio a una ditta esterna, per un totale di 80 turni di guardia di 12 ore ciascuno». Una media di 20 turni al mese, insomma. Per un costo totale pari a 115.200 euro. La spesa per poter contare sugli anestesisti esterni che garantiranno il servizio di guardia, nello specifico, è di 116 euro all'ora: quasi 1.400 euro per ogni turno di 12 ore. Si andrà avanti in questo modo di fatto fino a quando non si riuscirà a reclutare un numero maggiore di specialisti. «Servono tre o quattro anestesisti in più. Sul mercato purtroppo non si trovano. Le cooperative, invece, hanno qualche professionista conclude Benazzi tra ottobre e novembre, poi, diversi medici concluderanno la specializzazione, anche in anestesia. E a qual punto potremo assumerli in pianta stabile».

LA SOLUZIONE
Una soluzione? Aumentare gli stipendi di medici e infermieri per fare in modo che i professionisti non scelgano di andare altrove. E' la richiesta che arriva dall'Usl della Marca. «I medici italiani prendono tra i 50 e i 55mila euro lordi all'anno. Quelli tedeschi sono a 80mila. Per non parlare degli olandesi, a oltre 200mila euro lordi all'anno spiega Francesco Benazzi, direttore generale dell'azienda sanitaria, facendo riferimento al settore pubblico davanti a queste cifre credo che il ministero dovrebbe fare qualche riflessione sui contratti collettivi nazionali. Anche per attrarre nuovi professionisti». I camici bianchi in servizio sono sempre di meno. Molti sono andati in pensione con la legge Fornero e con quota 100. Negli ultimi otto anni l'Usl ha perso 122 medici: non sono stati trovati sostituti. Oggi le difficoltà maggiori riguardano le unità di anestesia, cardiologia, dermatologia e gastroenterologia. E pochi accettano di lavorare nei pronto soccorso. Non resta che lavorare in prospettiva sul fronte della formazione per superare l'errata programmazione nazionale. «Entro settembre ci sarà il progetto definitivo per la costruzione del nuovo campus universitario per Medicina nella cittadella della salute del Ca' Foncello, nell'area ex Vetrelco annuncia il direttore generale verranno realizzate aule e laboratori, ma anche altri spazi come mensa, palestre, campi e attrezzature per praticare sport». Nel contesto del Ca' Foncello non ci saranno alloggi. A quanto pare a Treviso non mancano. E il Comune dopotutto si è già impegnato a ricavare un nuovo studentato all'interno dell'ex caserma Salsa. «Avere la possibilità di offrire alloggi agli studenti a prezzi agevolati è fondamentale sottolinea Benazzi ci si sta muovendo proprio in questo senso».

 

Ultimo aggiornamento: 8 Giugno, 13:48 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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