CASTELFRANCO - Mamma e figlia complici nella vita ma avversarie in campo. Si è disputata venerdì sera nella palestra dell’istituto Martini, la partita tra il Don Bosco e il Giorgione pallavolo valida per la Coppa Italia Seconda Serie divisione nazionale. In campo per il Giorgione Sara Marini e, per il Don Bosco, Francesca Chiappin, rispettivamente figlia e mamma, 16 e 48 anni. «E’ stata un’emozione fortissima – afferma Chiappin – Non me lo aspettavo. Quando ho visto che tra le squadre partecipanti c’era il Giorgione ho subito chiamato l’allenatore e ho chiesto se ci sarebbe stata anche mia figlia ma mai avrei creduto che ci saremmo trovate a giocare una contro l’altra. Ci hanno messo entrambe in campo da titolari e ci siamo trovate una davanti all’altra sotto rete. Vedere la mia piccolina lì è stata una sensazione indescrivibile».
Chiappin pratica questo sport sin da quando era piccola, non si è fermata nemmeno durante la gravidanza e appena finito di allattare ha ricominciato subito. Ed è riuscita a tramandare la passione anche a Sara, la più piccola di casa. «Avevo sempre detto “Quando giocherò contro mia figlia, mollo” ma ora che questo è successo non ho alcuna intenzione di lasciare la pallavolo – afferma Chiappin – Finchè le mie gambe reggeranno io continuerò a giocare. So che è un sacrificio per tutta la famiglia, anche mio marito si è adattato ai ritmi della pallavolo con gli allenamenti e le partite nel fine settimana. E’ uno sport che mi fa sentire bene e sono felice che mia figlia abbia deciso di praticare proprio la pallavolo. A me ha dato tanto, non solo in campo ma anche nella vita e le auguro altrettanto».
La partita è stata vinta proprio dalla squadra della mamma per 3 set a 1. E, in quell’unico set che la Don Bosco ha perso, c’è stata un’invasione di campo particolare. «L’arbitro ha fischiato e ha sospeso la partita, sono entrati i presidenti delle squadre con due mazzi di fiori in mano, uno per me e uno per mia figlia – spiega la mamma – Non sono riuscita a trattenere le lacrime, tutti si sono commossi, anche l’arbitro. E’ stato un momento emozionante e tutta la mia squadra, composta da tante madri, era scossa tanto che quel set lo abbiamo perso. Per le amiche di mia figlia è strano che io giochi ancora a pallavolo ma per Sara è normale. E’ una passione che le ho trasmesso e ne sono felice».
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