Malore nel sonno, morto l'avvocato ed ex consigliere comunale di Treviso Domenico Zanata. Richiesta l'autopsia: «Vogliamo sapere cos'è successo»

Mercoledì 5 Aprile 2023 di Paolo Calia
Malore nel sonno, morto l'avvocato ed ex consigliere comunale di Treviso Domenico Zanata

TREVISO - Verrà fatta l’autopsia per capire le cause della morte improvvisa di Domenico Zanata, avvocato ed ex consigliere comunale trovato senza vita nella sua casa di via Castellana lunedì mattina. La richiesta è stata avanzata direttamente dal medico curante, in accordo con la famiglia. Sono tanti i dubbi da risolvere. Zanata, che avrebbe compiuto 50 anni il prossimo 14 giugno, non soffriva di disturbi particolari, nulla almeno che abbia mai allarmato chi gli stava vicino.

Lunedì mattina però è stato colto da un malore improvviso, fatale. La sera prima, a quanto pare, aveva accusato qualche linea di febbre. In casa con lui c’erano la compagna e la figlia di non ancora quattro anni, sono state loro a trovarlo accasciato sul divano quando ormai non c’era più niente da fare. Tutto troppo improvviso per non tentare di capire cosa sia accaduto.

Rinviato il funerale, la famiglia di Zanata richiede l'autopsia

La notizia dell’autopsia è arrivata quando amici e conoscenti erano in attesa di sapere la data del funerale. Zanata, sia per la sua attività professionale da avvocato cassazionista, sia per quella più radicata nell’impegno sociale, era molto conosciuto. Ieri mattina si parlava di un rito funebre laico in programma già per oggi nel primo pomeriggio. Poi il chiarimento: tutto sospeso in attesa dei riscontri autoptici. L’esame della salma verrà effettuato entro il fine settimana. Il rito funebre quindi slitterà almeno alla prossima. Intanto continuano a fioccare ricordi e aneddoti sulla sua attività. Francesca Meneghetti, docente e autrici di importanti libri sulla storia della città, ha voluto raccontare sul suo profilo Facebook di quando lo conobbe durante la campagna elettorale del 2013, quella vinta da Giovanni Manildo e che vide Domenico entrare in consiglio comunale tra le fila del Pd: «L’ho conosciuto dieci anni fa, quando ancora esisteva La Ginestra - scrive la Meneghetti - e fu invitato, al pari di altri candidati alle amministrative, a sentire le esigenze e le proposte di quell’associazione laica. E ricordo che arrivò in Vespa assieme a Giovanni Manildo. In quella occasione incontrò quella che era stata una sua prof di francese al liceo: Carla Rocca, che di lui “si innamorò”, affidandogli, nel fine vita, le sue volontà, l’impegno all’assistenza (ci vedemmo così più volte all’Advar), i suoi beni dopo la morte: specie la sua casa, un vecchio fabbricato rurale. Molto provato dalla fine di Carla, partecipò poi a una commemorazione in sua memoria e ad alcune attività della Ginestra (distribuì tra le donne alcune collane etniche di Carla; favorì a Montebelluna un’esposizione delle maschere africane della sua collezione). Poi lo persi di vista. Mi dispiace moltissimo non solo della sua morte, ma anche della tragedia della compagna e della loro bambina». Parole di cordoglio sono arrivate pure da Riccardo Barbisan, capogruppo della Lega: «Il destino ha voluto che pochi giorni fa ti ho salutato in via Barberia con la fretta di chi non immaginava che sarebbe stata l’ultima volta. Caro Domenico ricorderò per sempre il tuo fare garbato, la tua gentile determinazione, il tuo desiderio di migliorare la città».

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