Zaia in diretta: «Riapertura scuole nel caos» Over 50, 150.000 non vaccinati in Veneto

"Dal Cts nessuna risposta. Tracciamento e tamponi, regole insostenibili"

Venerdì 7 Gennaio 2022 di Redazione Web
Luca Zaia
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VENEZIA - Il governatore del Veneto, Luca Zaia, fa il punto sull'emergenza Covid dalla sede Protezione Civile di Marghera con la professoressa Evelina Tacconelli (prof.ordinario di Malattie infettive, direttore Clinica Malattie infettive di Verona, membro del Cts regionale) nelle giornate in cui il Veneto è tornato a registrare aumenti recordi nei nuovi casi di positivi (oltre 18.000 il 6 gennaio) al Covid-19. Una situazione preoccupante alla vigilia della riapertura delle scuole dopo le festività prevista per lunedì 10 gennaio, ma l'Ufficio Scolastico Regionale ha ribadito che non intende tornare indietro dalla didattica in presenza. Oggi poco più di 6.846 contagi (ma ieri era una giornata di festa). 

Bollettino del 7 gennaio 2022

È un crollo dei contagi, +6.846 in 24 ore, destinato a rivelarsi temporaneo quello registrato oggi in Veneto, dopo una giornata festiva in cui il tracciamento è il risultato di circa 40.000 tamponi, rispetto a giornate che toccano i 120-140mila.

Ieri era stato toccato il primato di nuovi positivi, 18.129. Il dato più negativo è quello dei decessi, 33 in più rispetto a ieri, per un numero complessivo di 12.520 vittime. Cresce anche il dato dei soggetti in isolamento, 155.761 (+4.547), e peggiora la situazione clinica: nei reparti ordinari sono ricoverati 12.520 malati Covid (+ 150) e 205 (+3) nelle terapie intensive. Previsioni? «Ci stiamo avviando verso l'endemizzazione del virus, la speranza è questa» ha commentato Zaia. Vaccinazioni. Sono stati inoculate ieri 26.687 dosi  di cui 3.490 prime dosi (3.371.376 il totale), 1.059 seconde (4.070.239), e 22.138 booster (1.913.177). I sanitari della regione hanno somministrato il 98,6% delle dosi fornite. I vaccinati sfiorano l'88%.

Leggi e scarica-->IL BOLLETTINO DI AZIENDA ZERO del 7 gennaio 2022

Over 50

«Sono 150.000 in Veneto gli over 50 che non si sono vaccinati: avranno la possibilità o di prenotarsi o di approfittare dell'accesso libero già da oggi 7 gennaio». 

Obbligo vaccinale over 50

«Si è mutuato il modello tedesco che l'ha imposto agli over 60. La valutazione fatta dal governo con l'ultimo decreto non è sbagliata perchè negli ospedali il paziente tipo è un over 50. La misura è di carattere sanitario serve a mettere in sicurezza questa fascia di età e a impedire che gli ospedali collassino. Resto dell'idea che l'obbligo vaccinale tout court con l'uso della forza non è degno di un Paese civile»

Riapertura scuole nel caos

«E' il caos, le norme sul contact tracing e sul testing non funzionano, sono inapplicabili. Bisogna modificare la definizione di caso e avere un atteggiamento diverso rispetto agli asintomatici positivi. Poi ci sono migliaia di scuole chiuse e mancanza di docenti (in quarantena, in malattia, non vaccinati). Il governo ha deciso che il 10 si riapre, ma nolte saranno chiuse, altre in Dad perchè non ci sono altre soluzioni. Da parte mia, ho chiesto al governo un pronunciamento del Cts sulla riapertura, non ho avuto risposte. Di certo, la fase di testing così come è impostata, è insostenibile».

Il governatore ha la facoltà di rinviare l'apertura delle scuole? 

«Sì il governatore ce l'ha questa facoltà, ma su base scientifica, e il governo ci ha risposto su base scientifica che le scuole vanno riaperte lunedì 10».

De Luca: Irresponsabile aprire le scuole, in Campania non riapriranno 

Vaccinazioni bambini: open day

Domenica 9 gennaio open day, giornata di vaccinazione dedicata alla fascia 5-11 anni. 

Pandemia, le nuove terapie e un modello da ripensare del tutto: la prof.ssa Tacconelli

«C'è tanta confusione perchè usiamo gli stessi termini e parametri di 2 anni fa per una situazione che è oggi completamente diversa sul piano clinico ed epidemiologico. Va ripensata tutta l'organizzazione e il controllo del Covid, a partire dal contact tracing, la riorganizzazione gli ospedali, il rapporto con il territorio. Va cambiato tutto: malato di Covid va ritenuto che deve essere solo chi ha la malattia Covid e non solo un tampone positivo. Altrimenti in due mesi la sanità italiana crolla.

Come stanno le cose oggi? Vedo una malattia - risponde Tacconelli - causata da Omicron con il limite che non sappiamo qual è la percentuale di Omicron nei pazienti, non lo sa nessuno. Ma Omicron nel vaccinato è simil-influenzale solo delle vie aree superiori, trattabile a domicilio, continuo però a vedere pazienti non vaccinati che acquisiscono la variante Delta e che, complici i fattori di rischio per un Covid grave (obesità, diabete scompensato, patologie oncologiche, deficienze immunitarie), in tre giorni finiscono in Rianimazione.

Le nuove terapie. «Oggi per fortuna abbiamo però più terapie a disposizione. Con il nuovo farmaco Molnupilavir abbiamo ridotto del 50% mortalità o ospedalizzazione. Ne hanno diritto gli stessi che hanno diritto agli anticorpi monoclonali che sono tre. C'è anche la terapia orale e ora anche il Remdesivir, utilizzabile anche nelle Rsa. Ci sono poi in arrivo un nuovo farmaco antivirale, già approvato in Usa in via emergenziale e ora al vaglio di Ema e Aifa oltre ad un nuovo anticorpo monoclonale che protegge per un periodo più lungo, 12 mesi, rispetto agli attuali, ma non ancora in commercio in Italia. Tutto questo ci permette di guardare alle cure con maggiore serenità».  L'Ivermectina? «Lo studio dell'ospedale di Negrar dimostra che non ha effetto, non c'è nessuna evidenza scientifica. Questo vale anche per l'idrossiclorochina».

Ultimo aggiornamento: 8 Gennaio, 20:41 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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