Vince la fibrosi cistica grazie alla passione per la corsa. Luca Longato, 40enne di Cornuda, ha così esorcizzato la terribile malattia genetica che ne aveva colpito proprio l’apparato respiratorio. Una sfida con sé stesso per sfuggire a una vita tutta in salita, e che non a caso l’ha portato di recente a completare la “Sportiva Lavaredo”, una gara di trail-running spalmata su un percorso di 120 chilometri con 5800 metri di dislivello, con partenza e arrivo a Cortina.
L’IMPRESA
Un’impresa per lui, in una maratona che si snoda tra le più suggestive vette dolomitiche dal monte Cristallo, alle Tre Cime di Lavaredo, le Tofane e le Cinque Torri.«Ancora non mi sembra vero che Luca sia riuscito a portare a termine questa impegnativa corsa – spiega una emozionata mamma Mary – per una persona che ha combattuto la fibrosi cistica è una cosa titanica».
IL RESPONSO
A Verona, all’epoca l’unico ospedale in Italia specializzato sulla fibrosi, il responso definitivo era arrivato come una mazzata. «I medici ci dissero che l’aspettativa di vita sarebbe dipesa dal tipo di mutazione genetica diagnosticata, non uguale per tutti, ma che per i casi più leggeri si poteva arrivare fino ai 20 anni. Il mondo ci crollò addosso. Iniziò il nostro calvario, tra terapie e medicine, i controlli». Passavano mesi ed anni, però ogni esame evidenziava qualche miglioramento, con ricoveri molto rari. Le speranze di guarigione per Luca aumentavano, pur nella consapevolezza che la malattia poteva scatenarsi in ogni momento. Poi nel 2000 la svolta con l’apertura di un centro specifico al Cà Foncello di Treviso. Dove, anche grazie al consiglio del medico che lo aveva in cura, Luca iniziò ad appassionarsi alla corsa. Da quel momento per lui è stato come rinascere, una nuova vita fatta di allenamenti e gare sempre più impegnative. Sfidando proprio l’apparato respiratorio, il principale organo colpito dalla fibrosi cistica, trasformando la paura in una risorsa. Per dimostrare a sè stesso e anche agli altri che gli ostacoli si possono superare con forza di volontà e una buona dose di fortuna. Tanto da arrivare a correre per 26 ore di fila, coprendo i 120 chilometri in salita fermandosi solo per pochi minuti ogni tanto. Con la sua testardaggine Luca ha così ripagato i genitori Roberto e Mary, la moglie Francesca e la figlia Aurora di tutte le preoccupazioni e i sacrifici.