Quel capolavoro della pittura rinascimentale nascosto nella chiesa trevigiana

Domenica 26 Agosto 2018 di Chiara Voltarel
Quel capolavoro della pittura rinascimentale nascosto nella chiesa trevigiana
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QUINTO - La chiesa di Santa Cristina al Tiverone di Quinto, custodisce uno straordinario capolavoro di pittura rinascimentale: una grande pala di Lorenzo Lotto, un gioiello dell'arte italiana purtroppo quasi sconosciuto al di fuori della ristretta cerchia degli appassionati.



L'edificio religioso, di stile neogotico ma di origini più antiche, sorge al centro di un piccolo abitato, circondato dalla campagna, dall'oasi naturalistica di Cervara e dal Parco Naturale Regionale del  Fiume Sile, una zona, quindi, anche di alto interesse naturalistico. Varcato l'ingresso e percorsa la navata, il dipinto spicca al centro dell'abside con i suoi colori brillanti, lasciandoci folgorati. Poco segnalata non registra folle di turisti, tanto meno di trevigiani, solo qualche intenditore o appassionato d'arte

IL PROBLEMA»«Abbiamo una vera eccellenza - ammetta il sindaco Mauro Dal Zilio - e sto facendo realizzare una brochure sulle bellezze del nostro territorio dove la pala occupa un grande rilievo. In pochi la conoscono? La stiamo pubblicizzando, ma il problema non è questo, piuttosto ma gli orari di apertura della chiesa. La parrocchia non ha custodi, i volontari che ci operano fanno quello che possono e quindi la chiesa resta chiusa la maggior parte del tempo: apre solo per le funzioni e per le sue attività. Pochi giorni fa ho provato a chiedere che disponibilità avessero, ma non ne hanno. E il Comune ha già difficoltà col proprio personale, figurarsi se possiamo prestare qualcuno. È un peccato: quell'opera d'arte è davvero preziosa e importante, è stata anche esposta in una mostra alle Scuderie del Quirinale».
L'ESPERTOChi conosce l'opera, però, vuole vederla. «Arrivano richieste da gruppi, associazioni culturali- spiega l'ex direttore dei Musei Civici di Treviso, Eugenio Manzato, che qui è di casa - il luogo e la pala sono noti soprattutto ai conoscitori. Dopo il restauro effettuato dalla Soprintendenza, in occasione dell'importante mostra alle Scuderie del Quirinale, che si è svolta nel 2011, si è risvegliata l'attenzione, tanto che ho formato alcune persone per accompagnare i gruppi che fanno richiesta. Ricordo un episodio del 1983 quando, come direttore del Museo avevo riordinato, assieme a Luigina Bortolato, le opere del 900, inaugurando con una mostra, la prima, la Galleria d'Arte Moderna; la mattina dell'inaugurazione, tra gli invitati arriva Carlo Ginzburg, figlio di Natalia, importante storico e saggista che, senza perdere tempo, mi chiede subito istruzioni per poter vedere il Lotto di Santa Cristina. Io non potevo in quel momento accompagnarlo perché impegnato in Museo per l'evento imminente. All'epoca il luogo non era raggiunto da mezzi pubblici, gli ho così spiegato la strada e prestato la mia auto, lui si è precipitato a vederla ed è tornando soddisfatto giusto in tempo per l'inaugurazione della mostra».
IL DIPINTOL'opera è rappresentativa del primo periodo del grande artista, forse commissionata verso il 1505 e consegnata l'anno successivo. «Il nostro territorio offre molto - continua Manzato-, sempre a Quinto c'è la chiesetta di San Cassiano, antica pieve con la trecentesca vasca battesimale, lo splendido altare in legno appartenuto al tempio ancora medievale, contenente il polittico con San Cassiano, la Madonna, i maggiori Santi della Cristianità e alcuni Santi titolari di chiese filiali; il soffitto è invece più recente, con le virtù teologali affrescate dal Guarana, soffitto che echeggia quello perduto ed eseguito dallo stesso pittore nella chiesa trevigiana di San Teonisto». 
Ultimo aggiornamento: 27 Agosto, 09:00 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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