Lo chef si auto-dimette dall'ospedale:
«Il cibo era orribile, pativo la fame»

Lunedì 2 Gennaio 2012 di Mauro Favaro
(ao.pr.it)
TREVISO - Gli ospedali di tutto il mondo non sono certamente famosi per l'abbondanza e la bont di pranzi e spuntini. E pure il Ca’ Foncello piuttosto avaro di delizie per il palato. Lo ha imparato, a proprie spese, anche Silvano Scanferla, 80enne di Paese, una vita passata dietro ai fornelli come chef da Villa Condulmer sino al ristorante delle Poste padovane e poi presso la Biennale, che dopo 11 giorni passati nel reparto di seconda medicina si è auto-dimesso per fame.



«Ho perso quattro chili perché di fatto non ho mai mangiato: il cibo che mi veniva dato era inguardabile, non pretendo cose da ristornate ma neppure dei piatti turpi - sbotta l'ex cuoco - mi sono auto-dimesso perché, mentre aspettavo una colonscopia che non arrivava mai, pativo la fame». Cosa non metterebbe nella lista delle prelibatezze? «Il cibo era cartongesso: facciamo prima a dire che l'unica cosa decente era la scatoletta della polpa di mela - elenca - la gallina era un pulcino e gli hamburger o arrivavano freddi o erano bruciati». Che si sia risparmiato anche sulla mensa? «Non è questione di risparmio - taglia corto lo chef in pensione - neanche volendo si potrebbe cucinare in modo peggiore: non ci sono le capacità e che non c'è il controllo».



Così, dopo essere entrato in ospedale il 25 novembre, se n'è andato di propria sponte il 6 dicembre, rivolgendosi al San Camillo per ultimare gli esami iniziati per dei dolori all'addome. «Se ci sono stati dei problemi ci contatti, è certo che ascoltiamo tutti e rispondiamo a tutti - prova a fare chiarezza il direttore sanitario del Ca' Foncello, Michele Tessarin - ma bisogna dire che le diete sono fatte scientificamente, non ad personam ma bilanciate sul consumo calorico. Certo non si mangia come a casa, ma è anche vero che a casa uno mangia quel che vuole e se ne assume pure le responsabilità». E il ritardo della colonscopia? «I medici curanti sanno bene che tempi seguire - taglia corto - soprattutto se il paziente è ricoverato». Eppoi qualche purè val bene un po' di salute.
Ultimo aggiornamento: 4 Gennaio, 23:40 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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