Raddoppiate le liti con il Fisco passate da 215 a 417: «Ora la riforma taglia l'arretrato»

Domenica 29 Gennaio 2023 di Valeria Lipparini
L'incontro con il direttore del Il Gazzettino Roberto Papetti

TREVISO - Nella Marca i ricorsi di giustizia tributaria in primo grado sono praticamente raddoppiati.

Erano 215 nel 2021 e sono saliti a 427 nei primi 9 mesi del 2022. Se i ricorsi aumentano non aumentano, di pari passo, le cause che finiscono con una sentenza. I dati lo dicono con cruda chiarezza. Le cause decise nel 2021 sono state 483 e quelle decise, invece, nel 2022 sono state 297. Quasi la metà rispetto all'anno precedente. La giustizia tributaria arranca, quindi, con 473 cause pendenti nel 2021 che sono diventate 607 nel 2022. Nella graduatoria dei ricorsi presentati Treviso è però al terzultimo posto tra le province, preceduta da Verona (606), Venezia (598), Padova (570), Vicenza (545), seguita da Rovigo (89) e Belluno (77). In provincia non si dà vita a una litigiosità spinta.

LA TIPOLOGIA
I dati riferiti al Nordest dicono che la tipologia di chi ricorre alla Corte di giustizia tributaria sono nel 70 per cento dei casi persone fisiche che ricorrono per accertamenti relativi a Irpef, Imu, Ici, Tasi e Tari mentre il 30 per cento riguarda operatori economici, quindi aziende e liberi professionisti con partita Iva. A delineare la situazione della Marca è Antonio Viotto, professore ordinario di diritto tributario a Ca' Foscari e coordinatore della commissione fiscale dell'Ordine dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili di Treviso. Che ribalta i dati generici riferiti al Nordest. Nella Marca le cose stanno in modo un po' diverso. «Il contenzioso in provincia di Treviso riguarda soprattutto le imprese. Ci sono questioni legate alle frodi in materia di Iva, cioè all'utilizzo di fatture per operazioni inesistenti. Ma possono riguardare anche evasioni legate a errori nell'applicazione delle norme che riguardano la determinazione del reddito d'impresa - spiega il professore - Ci sono, poi, gli accertamenti che riguardano soggetti che evadono perchè non dichiarano i ricavi e quindi si parla di nero». Poi, aggiunge: «L'aumento del contenzioso dipende da un aumento nei controlli, ripartiti dopo il lockdown e la pandemia».

IL TESORETTO ALL'ESTERO
Il professor Viotto precisa che i controlli vengono effettuati anche nei confronti dei singoli, soprattutto per patrimoni e investimenti all'estero. «Alle volte l'entità dei tesoretti parcheggiati all'estero è elevata, anche di milioni di euro. Ma non sempre è fatto con la volontà di evadere. C'è il caso dell'immigrato in Germania o in Austria che ha vissuto una vita all'estero e lì ha i conti correnti e gli investimenti. Quando torna in patria, da pensionato, non denuncia nulla di tutto ciò al Fisco italiano semplicemente perchè non sa che deve farlo. Ma la sanzione parte lo stesso».
«La riforma della giustizia tributaria entrata in vigore a settembre del 2022 - conclude Camilla Menini presidente dell'Ordine dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili di Treviso - vede la nascita della quinta magistratura, indipendente e assunta tramite concorso, in sostituzione delle commissioni tributarie formate dai giudici onorari. Ai bandi potranno partecipare anche i laureati nelle discipline economiche che abilitano alla professione di dottore commercialista e questo è un chiaro segnale dell'importanza della preparazione multidisciplinare dei commercialisti che assistono le imprese e i contribuenti non solo nei rapporti con il Fisco, ma anche in caso di contenzioso». La speranza nella riforma, come miglioramento, è espressa anche dal professor Viotto: «Con la Legge di Bilancio 2023, sono state introdotte diverse misure per definire le liti pendenti e per incentivare gli accordi tra Fisco e contribuenti. Si tratta di provvedimenti che certamente ridurranno la pressione dell'arretrato».
 

Ultimo aggiornamento: 16:14 © RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci