Crediti fiscali bloccati. La preoccupazione a Treviso: «Così le ditte chiudono. In tante sono già pronte a licenziare i lavoratori»

Domenica 13 Novembre 2022 di Mauro Favaro
Crediti fiscali bloccati, Treviso preoccupazione azienda

TREVISO - Milioni di euro bloccati e centinaia di imprese a rischio nella Marca. Con la prospettiva di una serie di licenziamenti. È l'effetto dei crediti incagliati nell'ambito del Superbonus 110%, destinato a calare al 90%. Sulla carta ci sono ancora milioni da spendere per la riqualificazione delle case. Nella realtà, però, spesso i soldi risultano bloccati. Molte aziende hanno anticipato delle somme confidando sulla copertura delle banche attraverso la cessione del credito. E adesso rischiano sostanzialmente di fallire e di dover licenziare. «La priorità è liberare i crediti che stanno nei cassetti fiscali delle imprese, facendoli compensare integralmente e rapidamente - mette in chiaro Luca Frare, presidente della Cna di Treviso - e stabilizzare i bonus dell'edilizia in modo da rendere possibile una programmazione ai beneficiari e alle stesse imprese».

Sistema inceppato

Prima ancora della rimodulazione della percentuale, il problema sta nel sistema che si è inceppato. Davanti all'enorme mole di domande, gli istituti hanno esaurito lo spazio fiscale. In più c'è una strisciante crisi di liquidità. Le banche sono arrivate ad accettare la cessione a fronte dell'85%, rispetto a oltre il 100% di qualche tempo fa. Il risultato è che le aziende, oltre ai loro clienti, rischiano di rimanere con il cerino in mano. «Il vero problema oggi sta proprio nei crediti incagliati - conferma Armando Sartori, presidente di Confartigianato Imprese Oderzo-Motta - le banche, o comunque chi avrebbe dovuto portarsi in carico questi crediti, sono state a loro volta vittime di diverse normative. E di fatto non potevano farsi carico di crediti senza capire bene fino a quanto erano responsabili». «Chiediamo che venga fatta chiarezza e che il governo capisca che è inutile fare certe misure se poi non si mette nelle giuste condizioni chi si deve prendere carico dei crediti aggiunge la responsabilità deve restare nel committente, nelle imprese e nello studio che fa la pratica.

In questo contesto c'è stata anche un po' di imprudenza da parte di alcune imprese. Purtroppo ci sono state delle fregature. Adesso, però, non è giusto castigare tutti perché qualcuno ha fatto il furbo».

I costruttori

Il grido d'allarme è condiviso. I costruttori edili sono stati tra i primi a lanciarlo: «Senza una soluzione concreta per sbloccare i crediti incagliati, come quella individuata insieme all'Abi che prevede l'utilizzo degli F24 - ha avvertito Paola Carron, presidente sezione autonoma Ance di Assindustria Venetocentro - il Superbonus si bloccherà per sempre. Con gravi ripercussioni sia economiche che in termini di transizione ecologica». La maxi agevolazione ha fatto lievitare i numeri del settore. Solo nell'ultimo anno si sono contate 240 nuove imprese nella Marca. Quante ne resteranno dopo il calo al 90%? «Il punto è che senza chiarezza potrebbero restare in campo quelle meno trasparenti», evidenzia Mauro Visentin, segretario della Cgil di Treviso. «È necessario semplificare la cessione del credito per chi rispetta le regole», aggiunge Massimiliano Paglini, segretario della Cisl di Treviso e Belluno. Il mondo delle imprese, comunque, non teme il baratro dopo il livellamento.

I costi alle stelle

Anzi, la compartecipazione alla spesa, non più tutta in carico allo Stato, sarà decisiva per far calare i prezzi. «Il 110%, e ancor di più il bonus facciata senza asseverazioni, ha anche fatto scoppiare l'aumento dei costi delle materie prime - sottolinea Mario Pozza, presidente della Camera di commercio - il lavoro non manca. Oggi si fatica a trovare imprese libere. Di conseguenza non pensiamo che la ritaratura dell'agevolazione possa avere ripercussioni negative». Inevitabilmente si mette in conto un calo del numero dei cantieri. L'importante è che la bolla si sgonfi in modo progressivo. «Qualcuno si potrà tirare indietro con il 90%. Soprattutto per quanto riguarda i condomini spiega Sartori ma questo porterà innanzitutto a una riduzione della speculazione. Si comincerà a rivedere i prezzi. Insomma, a tornare a una nuova normalità». La Cna è sulla stessa linea: «La riduzione del Superbonus potrebbe creare un argine all'aumento dei prezzi, e questo sarebbe positivo».

 

Ultimo aggiornamento: 14 Novembre, 08:54 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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