​L'influenza mette i bimbi ko. Pediatria in affanno: letti in corridoio

Mercoledì 30 Gennaio 2019 di Mauro Favaro
L'influenza mette i bimbi ko. Pediatria in affanno: letti in corridoio
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TREVISO - Letti anche in corridoio. Non era mai accaduto. L'influenza riempie la Pediatria dell'ospedale di Treviso: negli ultimi tre giorni il pronto soccorso pediatrico ha visto l'ingresso di 190 bambini. «Più del doppio della media» spiega il primario, Stefano Martelossi. Nello stesso lasso di tempo ci sono stati 35 ricoveri per complicanze da influenza, bronchioliti e broncopolmoniti. Il ricambio è veloce. Ma l'unità conta in tutto 28 posti: 22 di degenza e 6 nell'area per l'osservazione breve intensiva. Le attese si sono inevitabilmente allungate. Lunedì a un bambino è stato assegnato un letto piazzato in emergenza lungo il corridoio del reparto. Non c'erano alternative: le camere erano tutte piene. «Il bambino è rimasto per un'ora in un letto sistemato nel corridoio in attesa che si liberasse un posto nell'osservazione breve intensiva. Per la prima volta è stato necessario ricorrere a una soluzione del genere  rivela il direttore della Pediatria ci siamo scusati per il disagio. La famiglia, comunque, è stata disponibile e comprensiva. Non c'è stata alcuna protesta. Hanno capito che stavamo portando avanti una mole di lavoro enorme». 
L'EMERGENZAPrima di ricorrere al letto in corridoio, sono stati riempiti anche cinque posti che erano disponibili all'interno del settore della Chirurgia pediatrica. Sono i cosiddetti appoggi in altri reparti in caso di necessità, funziona così per i pazienti adulti come per quelli più piccoli. Nella Marca l'influenza ha già fatto una vittima. La vita di Luigi Martignago si è spezzata a soli 14 anni a causa di un'infiammazione del tessuto muscolare del cuore avvenuta in seguito al contagio dal virus influenzale H3N2, come certificato dall'autopsia. Si tratta di un evento rarissimo. Ad oggi non ci sono altri casi gravi. Al momento al Ca' Foncello nessun bambino è in pericolo di vita per complicanze legate all'influenza. L'apprensione dei genitori, però, è alle stelle. Molti si rivolgono al pronto soccorso non appena il loro figlio presenta delle linee di febbre. Lo conferma il fatto che la maggior parte dei 190 accessi registrati negli ultimi tre giorni sono stati classificati come codici bianchi. Cioè senza alcuna gravità o urgenza. A causa dell'ondata di richieste di intervento, le attese si sono allungate a dismisura, fino anche a superare le cinque ore. 
CODICI BIANCHI«La stragrande maggioranza dei bambini entrati nel pronto soccorso pediatrico erano codici bianchi sottolinea Martelossi sono un genitore anch'io e capisco l'apprensione che ci può essere quando un figlio sta male. Bisognerebbe però anche tener conto del fatto che un uso più ragionato del pronto soccorso da una parte ridurrebbe le attese e dall'altra soprattutto abbasserebbe il rischio che i bambini possano contagiarsi venendo a contatto con coetanei e altre persone che hanno già sviluppato una malattia». Come se non bastasse, a scombinare i piani c'ha pensato la stessa influenza. 
IL PICCOL'Usl della Marca aveva organizzato dei turni extra per gli infermieri in servizio nel pronto soccorso della Pediatria nel periodo di Natale, dal 24 dicembre al 6 gennaio. Ma il picco dei contagi è arrivato in ritardo rispetto alla tabella di marcia consueta. L'epidemia è esplosa a metà gennaio. A livello generale, oggi sono migliaia i trevigiani costretti a fare i conti con naso colante, tosse, problemi gastrointestinali e febbre, a volte anche elevata. In questo periodo gli ospedali trevigiani contano un centinaio di ricoveri al giorno per complicanze che partono proprio dai virus influenzali. Le stime dicono che alla fine saranno qualcosa come 100mila i contagiati. Più del 10 per cento della popolazione della provincia. 
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