Conegliano. Matteo Parro è uno dei pochi ostetrici uomini nel trevigiano: «Pregiudizi? Sì, ce ne sono stati»

Sabato 6 Maggio 2023 di Mauro Favaro
Conegliano. Matteo Parro è uno dei pochi ostetrici uomini nel trevigiano

CONEGLIANO (TREVISO) - «Fin da ragazzo ho sempre desiderato essere un ostetrico. Ho iniziato a costruire il mio percorso in un ambiente quasi esclusivamente femminile 24 anni fa, tra qualche pregiudizio iniziale. Ma per me non è mai stato un ostacolo essere un uomo tra tante colleghe. Lavorando in team non c’è alcuna distinzione. E non ho mai percepito diffidenza negli occhi delle mie pazienti: quando le donne e i loro compagni vedono che sai cosa dire e cosa fare, si affidano a te, ti ascoltano e si lasciano guidare». Matteo Parro, professionista di 42 anni che dal 2006 lavora nella sala parto dell’ospedale di Conegliano, racconta la sua esperienza proprio in occasione della Giornata internazionale dell’ostetrica, celebrata ieri con incontri e conferenze anche nella Marca.

Solo quattro uomini ostetrici nel trevigiano

È uno dei quattro ostetrici uomini in servizio nelle unità dell’Usl trevigiana. Oltre a lui, ci sono Elio Saverino nella sala parto di Treviso, Andrea Duse nel distretto di Asolo e Giona Piccolo nel consultorio di Oderzo. Fanno parte della grande squadra composta da quasi 200 professionisti (193 donne) che fanno nascere i bambini degli ospedali di Treviso e provincia. Una scelta di lavoro, e di vita, non comune. Ma non per questo meno sentita. Anzi. «Credo che per fare questo mestiere nel migliore dei modi sia fondamentale essere comprensivi ed empatici, trasmettendo sicurezza – sottolinea Parro – accanto alla preparazione tecnica, sono queste le qualità che da ricercare in chi fa il nostro lavoro. Dobbiamo far sentire che ci siamo. Anche solo con un abbraccio. Una parola o un gesto di conforto danno la forza ai genitori per affrontare il travaglio, il parto e i momenti successivi alla nascita nel migliore dei modi». «L’ostetricia non è solamente una scienza – aggiunge – ma un’arte dedicata alla donna e alla famiglia, per accompagnarla e assisterla in tutto l’arco della vita».

Le nuove tecnologie

Ora un aiuto in più nella formazione delle nuove ostetriche e dei nuovi ostetrici, e non solo, viene offerto anche dalla tecnologia. Poco più di un mese fa l’Usl ha presentato Victoria, apparentemente un manichino di donna incinta ma con un cuore tecnologico di ultima generazione che lo rende un simulatore in grado di riprodurre fedelmente non solo tutte le fasi del parto, con eventuali complicanze, ma anche situazioni di emergenza come un arresto circolatorio in una persona adulta, l’intubazione, lo shock anafilattico e così via. Gli studenti del corso di laurea in Medicina e chirurgia, Infermieristica e gli altri corsi delle professioni sanitarie adesso possono esercitarsi su questo supporto come se fossero direttamente in sala parto o in sala operatoria. 

Ultimo aggiornamento: 7 Maggio, 10:22 © RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci