Radiologi, ginecologi, cardiologi, psichiatri... Ospedali di Treviso a caccia di 57 medici

Lunedì 21 Gennaio 2019 di Mauro Favaro
Radiologi, ginecologi, cardiologi, psichiatri... Ospedali di Treviso a caccia di 57 medici
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TREVISO - Negli ospedali trevigiani mancano oltre cinquanta medici. Ad oggi il conto totale arriva a 52, per la precisione. Ma già nel giro di un paio di settimane salirà a 57. La lista delle specialità più desiderate è lunga. In cima ci sono i radiologi: ne mancano 17. Negli ultimi tempi sono stati assunti alcuni ginecologi. Ma ne servono almeno altri 14. Di seguito, bisognerebbe riempire sei posti da cardiologo, sei da psichiatra, cinque da internista e quattro da pneumologo. Non è finita. A breve l'emergenza si allargherà anche al pronto soccorso del Ca' Foncello. A febbraio cinque medici lasceranno l'area delle urgenze dell'ospedale di Treviso, che conta ogni anno quasi 100mila accessi. Bisognerà sostituirli. E non sarà una passeggiata. 
 
I NODILa situazione è sempre più difficile. «La Regione ci ha autorizzato ad assumere i medici che mancano specifica Francesco Benazzi, direttore generale dell'Usl della Marca il punto è che si fa proprio fatica a trovare gli specialisti necessari». Il capo della sanità trevigiana non ha dubbi: «Siamo in questa situazione a causa dell'errata programmazione da parte delle università». Nel mirino c'è il numero chiuso. Così come il fatto che i medici non possono più specializzarsi lavorando negli ospedali. Benazzi ha anche chiesto aiuto a Mario Pozza, presidente della Camera di Commercio, per individuare specialisti stranieri disposti a venire a coprire i buchi negli ospedali trevigiani. Ma la ricerca nei paesi dell'Est Europa è andata a vuoto. Qui i camici bianchi preferiscono spostarsi in Germania. Le cose potrebbero cambiare con l'autonomia del Veneto. Il direttore generale ha sottolineato che consentirebbe di differenziare gli stipendi dei medici, aumentando quelli per gli specialisti più ricercati. Per il momento, però, non se ne parla. E così oggi all'Usl non resta che pagare dei dottori in libera professione per scongiurare il rischio di arrivare in alcuni reparti addirittura all'interruzione di pubblico servizio causa carenza di camici bianchi. Ci sono in vista diversi concorsi. Ma questa non è più una garanzia: capita sempre più spesso che si presentino meno medici rispetto alle richieste, e così quei pochi possono scegliere come e dove andare. 
LE CONTROMISUREIl corso per l'assunzione di nuovi radiologi si terrà a metà febbraio. Si incrociano le dita. «Giovanni Morana, direttore della Radiologia diagnostica, sta facendo un ottimo lavoro per recuperare personale», sottolinea Benazzi. Su questo fronte si inserisce anche il progetto dell'Usl per creare una guardia attiva all'interno del Ca' Foncello dove inserire un gruppo di radiologi che attraverso la telemedicina possano vedere le immagini di tutte le Tac e le risonanze effettuate nella Marca e, di seguito, scrivere i referti. Parola d'ordine: ottimizzazione. Per i ginecologi, invece, si attendono nuove dell'Azienda Zero. «Speriamo di recuperarne almeno altri otto», è l'auspicio del direttore generale dell'Usl. Resterebbero scoperti sei posti. Si metterà una toppa attraverso la libera professione. Non c'è altra strada. L'ospedale più colpito dalla carenza di medici è il Ca' Foncello. Solo qui ne mancano venti. Nel dettaglio, si cercano sette radiologi, quattro psichiatri, tre ginecologi, due pneumologi, due internisti e due cardiologi. A seguire c'è quello di Conegliano, che conta 16 caselle vuote: sei radiologi, tre ginecologi, tre internisti, due cardiologi e due psichiatri. Tra gli ospedali di Castelfranco e Montebelluna mancano dodici medici: sei ginecologi, quattro radiologi e due cardiologi. Infine, a Vittorio Veneto servirebbero due ginecologi e due penumologi. Facendo la somma, si arriva appunto a 52. E ora sta per arrivare al pettine il nodo del pronto soccorso di Treviso. «A febbraio perderà cinque medici tira le fila Benazzi non sarà facile sostituirli perché non ci sono tanti specialisti in chirurgia d'urgenza. Il nostro obiettivo adesso è provare a cambiare la dicitura, cioè la specializzazione prevista dalle norme, per allargare il cerchio». 
Ultimo aggiornamento: 22 Gennaio, 14:23 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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