Lavoratori dall'est per la vendemmia: la quarantena nel vecchio ospedale di Valdobbiadene

Giovedì 30 Luglio 2020
Ospedale di Valdobbiadene
TREVISO - L'ex ospedale di Valdobbiadene potrebbe essere usato per accogliere le persone provenienti dall'estero che devono rispettare la quarantena per scongiurare il rischio di diffusione del coronavirus. C'è anche questa tra le ipotesi sulle quali sta lavorando l'Usl della Marca. La decisione verrà presa dopo il confronto con la Regione. Il primo pensiero va ai lavoratori provenienti dall'Est Europa, dove l'epidemia da Covid-19 sta ancora infuriando, che ogni anno giungono proprio sulle colline del Prosecco per le operazioni di vendemmia. Su questo fronte, l'ex ospedale di Valdobbiadene sarebbe perfetto a livello logistico: le persone potrebbe rimanere in isolamento fino all'esito negativo del doppio tampone di controllo per il coronavirus. Tanto più che la struttura è stata risistemata nel picco peggiore dell'epidemia. Era pronta per ospitare pazienti contagiati dal coronavirus. Alla fine non è stato necessario usarla. Ma ora può tornare buona. 

LA SOLUZIONE
«L'ex ospedale di Valdobbiadene - conferma Francesco Benazzi, direttore generale dell'Usl della Marca - potrebbe rappresentare un'opportunità nell'ambito della gestione delle quarantene precauzionali. Su questo tema ci confronteremo con la Regione». I lavoratori potrebbero rimanere in isolamento nella struttura per i 14 giorni canonici prima di iniziare a operare tra i vigneti. Ma i tempi potrebbero essere anche più corti: «Un'altra possibilità, parallelamente, è ridurre i tempi per l'esecuzione del doppio tampone di controllo su chi entra nella Marca provenendo dall'estero - rivela il direttore generale dell'azienda sanitaria provinciale - vuol dire fare un tampone al momento dell'arrivo e il secondo al settimo giorno, invece di coprire un arco di due settimane». 

IL PROBLEMA
La macchina organizzativa per la prossima vendemmia si sta già muovendo. Il nodo degli ingressi da Paesi stranieri, in particolare da quelli dell'Est Europa e dall'area dei Balcani, sarà al centro dell'incontro convocato proprio per questa mattina in Prefettura. Oltre alla vendemmia, lo stesso discorso vale anche per le badanti che rientrano in Italia e che non hanno un'abitazione dove poter rispettare l'isolamento precauzionale in sicurezza. Nella Marca sono circa 6.300. Per loro, come per tutto il personale impegnato nel settore dell'assistenza, il tampone è già gratuito. Basta rivolgersi al medico di famiglia o contattare direttamente il servizio Igiene e sanità dell'Usl. «Abbiamo anche contattato alcune agenzie che fanno da intermediari tra le famiglie e le badanti conclude Benazzi da parte nostra, siamo pronti ad andare a effettuare i controlli direttamente in loco». 
 
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