Land Rover, impianto elettrico in avaria: «Anche io ho rischiato di morire»

Domenica 16 Febbraio 2020 di Denis Barea
Land Rover, impianto elettrico in avaria: «Anche io ho rischiato di morire»
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CASTELFRANCO - Aprile 2018: è in corsa a 110 chilometri all'ora in tangenziale a Modena quando l'impianto elettrico della sua Land Rover va in avaria. Si blocca tutto e l'uomo per lo spavento è colto da un infarto. Per fortuna lungo il rettilineo c'è una provvidenziale via di fuga e così la tragedia viene evitata. Il modenese Ermes Corghi, diplomato meccanico all'Istituto di Istruzione Superiore Ferrari di Maranello, ha letto dell'esito della perizia sull'incidente che 5 mesi dopo la sua disavventura - il 16 settembre sempre del 2018 - è costato la vita ad Adriana Bertolo, la moglie dell'ex primario di oncologia dell'ospedale di Castelfranco Paolo Manente, morta dopo che la Land Rover in cui era con il marito, sceso per chiedere informazioni a un passante, è ripartita in discesa a motore spento a causa di un guasto al freno a mano elettronico.
 

Guasto elettrico, la moglie muore nell'incidente, l'ex primario: "Farò causa alla Rover"

CASTELFRANCO "È passato così tanto tempo, ma il dolore non passa, anzi è sempre più grande.

E adesso io voglio solo giustizia per mia moglie. Sono pronto a "mangiarmi" i risparmi di una vita per darle giustizia. E' giusto che la verità venga fuori".


«Quando ho letto dell'esito della consulenza disposta dal Tribunale di Treviso - spiega Corghi - ho avuto i brividi. Voglio contattare Manente e condividere con lui tutte le informazioni utili perché anch'io intendo procedere legalmente contro la casa produttrice. Nei giorni corsi ho incontrato un legale per esplorare la possibilità di avviare una class action dato che in Italia sono centinaia quelli che hanno avuto problemi -sempre irrisolti- all'elettronica di Land Rover. Io quella macchina non la uso più e i miei familiari hanno paura a salirci. Era un benefit aziendale, concessa come integrativo contrattuale in comodato d'uso ma adesso se ne resta parcheggiata e la utilizzo solo quando sono da solo e solo per brevi spostamenti di lavoro». 
 
EQUIPAGGIAMENTO IDENTICO
La macchina di Corghi, che dopo quell'incidente vive con un pace maker, è un Td5. Il software dell'elettronica che governa sostanzialmente quasi tutto della macchina, dal freno di stallo alle sospensioni, è lo stesso montato sul Land Rover Sport con cui Paolo Manente era in viaggio tra le colline di Valdobbiadene assieme alla moglie, di ritorno dalla casa di un amico. Secondo la super perizia disposta dal sostituto procuratore Davide Romanelli, che aveva aperto un fascicolo (ora archiviato) in cui l'ex primario era stato stato indagato per omicidio colposo, qualche istante dopo che Manente era sceso dalla Land Rover, fermata a motore spento lungo un tratto di strada in discesa con una pendenza del 15%, il freno di stallo è andato in avaria. La macchina è ripartita in folle proseguendo per quasi 2 chilometri fino a schiantarsi contro un muretto in prossimità di una rotonda. L'esame ha detto anche che lo sblocco manuale per disinserire il freno a mano automatico, che nei modelli Land Rover si attiva ogni qual volta si spegne il motore, non era stato utilizzato. Paolo Manente insomma non ha alcuna responsabilità per la tragica morta della consorte. 

MILLE PROBLEMI
«Sono pronto a usare tutti i risparmi di una vita per dare giustizia ad Adriana» ha detto Paolo Manente, annunciando l'intenzione di fare causa alla casa costruttrice. «Anch'io sono stato tradito da quella macchina -sottolinea Corghi- attraverso il suo avvocato voglio mettermi in contatto con Manente perché nessuno può restituirgli la moglie ma quell'incidente, causato da una avaria che è fin troppo comune nelle Land Rover, può contribuire a fare chiarezza su quello che a tanti appare un evidente difetto di fabbricazione e forse a salvare qualcun altro. Perchè il malfunzionamento non riguarda solo solo il freno a mano: ci sono avarie in fase di marcia, blocchi alla console centrale, lo spegnimento in corsa, avaria alle sospensioni e agli ammortizzatori idraulici, blocchi all'elettronica del servosterzo. Come tanta altra gente nella mia stessa situazione mi sono rivolto direttamente al costruttore che però si ostina a non intervenire e rimanda sempre ai concessionari. Che alla fine danno un solo consiglio: cambiare il modello di auto».

Ultimo aggiornamento: 16:15 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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