L'allarme del dg dell'Usl 2 Benazzi: «Ladri di Green pass, denunciati sei casi tra Treviso e Oderzo»

Lunedì 8 Novembre 2021 di Marco Gasparin
Il dg dell'Usl 2 Francesco Benazzi
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 TREVISO - Ci mancavano solo i ladri di Green pass. Non bastavano i casi di certificati contraffatti o truffaldini, ora emergono pure dei casi in cui un malintenzionato ha approfittato della distrazione di una persona regolarmente vaccinata con doppia dose e in possesso del “lasciapassare verde” per sottrarglielo e poi utilizzarlo in maniera indebita per introdursi in luoghi dove al momento non potrebbe - né dovrebbe - accedere.

Non si tratta di un episodio isolato, tanto che i casi sarebbero almeno sei, come rivela il direttore generale dell’Usl 2 Francesco Benazzi.


L’ULTIMA FRONTIERA
«Ci sono arrivate delle segnalazioni dalla zona di Treviso e da Oderzo - spiega il dg - sono state presentate cinque o sei denunce ai carabinieri da parte di persone a cui è stato rubato il Green pass, che poi è stato utilizzato. Stiamo parlando del documento in forma cartacea. Ho il sospetto che possa essere una forma di furto anche facile: lo vedono in una borsetta e lo sfilano. Magari uno che perde il cartaceo non ci dà peso, pensa che può farne una copia; ma per qualcuno diventa un documento importante. È come rubare una carta d’identità». A proposito di documenti di identità, Benazzi ritiene che allo stato attuale esibirli congiuntamente al Green pass potrebbe essere la soluzione: «Nel momento in cui uno lo scansiona per verificare che il Green pass sia valido, come fa a sapere che sono io? Sarebbe opportuno che venisse chiesta la carte d’identità. So che il garante della Privacy non è d’accordo, ma lui non è sul territorio a dover affrontare le problematiche che si riscontrano ogni giorno».


IL BOLLETTINO
Il bollettino quotidiano conta un morto in più e vede aumentare ancora i contagi di un centinaio di unità. «I contagi in più rientrano nella normalità - dice Benazzi - Anche oggi (ieri, ndr) ci sono state un po’ di file ai Covid point, perché ci sono tante scuole dove i ragazzi sono risultati positivi. C’è stato un aumento delle persone ai Covid point dovuto ai rientri a scuola, o perché risultati positivi al rapido e vanno a fare la conferma con il test molecolare. Abbiamo un riscontro di questo e vediamo che le positività sono spesso nella fascia d’età sotto i 19 anni. Stiamo facendo tanti tamponi e i positivi sono in aumento, ma l’importante naturalmente è che non aumentino le entrate in ospedale. Ad oggi siamo sempre fermi a 49 casi: sono entrate due persone tra sabato e domenica a Vittorio Veneto. Comunque ribadisco che al momento tutto sotto controllo. Teniamo conto che nelle terapie intensive ci sono tre persone. Non stanno aumentando, e questo è già positivo». 


LE CRITICITÀ
La strada da seguire è tracciata: «Bisogna fare la vaccinazione agli over 80 e alla fascia dei sessantenni. Queste persone hanno meno risposte immunitarie con l’età che hanno, e se hanno anche delle patologie sono le più a rischio. La maggioranza di quelli che entrano in ospedale con sintomi come bronchiti sono spesso vaccinati della prima ora e sono ormai passati diversi mesi. Bisogna fare la terza dose, c’è poco da fare. Se guardo ai cicli completi siamo arrivati all’81,5% della copertura. La fascia 12-19 è quella dove siamo più scoperti, ma per fortuna parliamo di giovani che quando sono positivi non arrivano in ospedale: stanno a casa, magari con febbre ma sono giovani e ce la fanno». La priorità restano le persone che hanno più di sessant’anni di età: «Se queste si ammalano finiscono in ospedale. Non sono tutti no vax, ci sono anche persone che hanno ancora dubbi e sono titubanti e l’auspicio è che alla fine anche loro si vaccinino. Il nodo è questo».

Ultimo aggiornamento: 9 Novembre, 10:03 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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