Lavoro notturno e nessuna sicurezza, chiusi quattro laboratori tessili

Controlli della Guardia di Finanza a Caerano di San Marco, Cavaso del Tomba, Nervesa della Battaglia e Trevignano

Venerdì 21 Aprile 2023
Uno dei laboratori chiusi dalla Finanza

TREVISO - Le Fiamme Gialle del Comando Provinciale di Treviso, con il supporto di Vigili del Fuoco, Spisal, Ispettorato del Lavoro e Arpav di Treviso, hanno eseguito quattro controlli in aziende tessili con sede, rispettivamente, a Caerano di San Marco, Cavaso del Tomba, Nervesa della Battaglia e Trevignano. Diverse le violazioni contestate, in particolare in relazione alle norme volte a prevenire gli incendi e gli infortuni sui luoghi di lavoro, nonché irregolarità in materia di smaltimento di rifiuti speciali non pericolosi. Non solo. Svariate anche le violazioni alla normativa sulla sicurezza dei luoghi di lavoro, tra cui l'omessa adozione dei provvedimenti necessari per il primo soccorso e l'assistenza medica di emergenza, le scarse condizioni igieniche, l'assenza di aperture naturali verso l'esterno e di illuminazione naturale, atteso che, in due delle quattro aziende ispezionate, le finestre erano oscurate da teli in tessuto, per nascondere come i laboratori operassero anche in ore notturne.

Attività sospese

Alla luce della gravità delle violazioni, l'Ispettorato del Lavoro e lo Sprisal hanno disposto la sospensione dell'attività dei quattro laboratori, due dei quali sono stati anche sottoposti a sequestro preventivo d'urgenza da parte dei finanzieri del Gruppo di Treviso e della Tenenza di Montebelluna. Gli amministratori delle quattro ditte, che operavano sulla base di commesse ricevute da imprese locali, sono stati denunciati alla Procura della Repubblica di Treviso, a vario titolo, per violazioni delle norme in materia di salute e sicurezza sui luoghi di lavoro, oltre che per illecito smaltimento di rifiuti e irregolarità in materia urbanistica. L'approfondimento della posizione dei laboratori ha poi permesso di accertare pendenze tributarie per un milione di euro da parte delle 14 ditte, tutte amministrate da stranieri, che, a decorrere dal 2011, hanno gestito i quattro laboratori: si tratte di vere e proprie imprese «Apri e chiudi» che, dopo essere divenute insolventi con l'Amministrazione Finanziaria, hanno trasferito personale e macchinari nella successiva impresa costituita «ad hoc», che ha continuato a operare sempre nello stesso luogo, con gli stessi clienti e fornitori, cambiando solo il nome e la partita IVA.

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Ultimo aggiornamento: 09:10 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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