Labomar dice addio alla Borsa. Bertin: «Mi alleo con gli inglesi»

Il fondatore e azionista di controllo della spa trevigiana lancia un'Opa da 60 milioni con Charterhouse per uscire dal listino: «Per crescere ora serve rapidità e flessibilità»

Martedì 23 Maggio 2023 di Maurizio Crema
Walter Bertin

TREVISO - La Borsa non basta per crescere, anzi potrebbe essere un bastone tra le ruote di Labomar, l'azienda trevigiana della nutraceutica controllata da Walter Bertin. Che ha scelto di uscire dal listino milanese dove era entrata nell'ottobre 2020 per svilupparsi a fianco di un nuovo partner, la londinese Charterhouse è una delle più antiche e consolidate società di private equity che operano in Europa. Ed è stata annunciata l'offerta pubblica di acquisto volontaria su quasi il 33% flottante in Borsa, operazione a premio del 14% a 10 euro per azione che potrebbe costare fino a 60 milioni valorizzando dunque l'intera società 180 milioni circa. Il fatturato della spa di Istrana a fine 2022 era di 91,8 milioni.
L'operazione tecnicamente si sviluppa con l'Opa lanciata su Labomar da Lbm Next - società controllata da Walter Bertin, presidente e Ad di Labomar, nonché azionista di controllo di Lbm Next attraverso la holding di partecipazioni Lbm Holding - in concerto con Ccp (veicolo societario inglese controllato in ultima istanza da Charterhouse), Claudio De Nadai, Master Lab (investitore che ha sostenuto Labomar fin dal suo ingresso in Borsa). Charterhouse è una delle più antiche e consolidate società di private equity che operano in Europa con oltre 150 operazioni che ha realizzato investimenti di rilievo nel settore della salute. L'Offerta ha per oggetto il 32,393% del capitale sociale di Labomar. Le partecipazioni di Lbm Holding e Claudio De Nadai saranno oggetto di conferimento nell'offerente. Gli azionisti di Labomar che aderiranno all'offerta riceveranno un corrispettivo di 10 euro per azione che incorpora un premio del 14,1% rispetto al prezzo ufficiale alla chiusura del 19 maggio 2023.
Charterhouse, attraverso il veicolo societario Ccp, nel quale è previsto l'investimento anche da parte di Master Lab, supporterà l'offerta attraverso l'apporto della provvista finanziaria necessaria per il pagamento dell'esborso massimo convertendo tale apporto in capitale.

In caso di delisting, diverrà efficace un patto parasociale volto a regolare la futura gestione di Lbm Next nonché il relativo assetto azionario tra i promotori dell'operazione che prevede, tra l'altro, restrizioni alla circolazione delle partecipazioni oggetto del patto stesso e un nuovo cda. «L'offerta è finalizzata alla realizzazione di un progetto di crescita organica e per linee esterne - sottolinea una nota -, nonché di sviluppo del business di Labomar».


NUOVO PATTO
«Sono molto soddisfatto dell'esperienza vissuta durante il periodo di quotazione. Ma credo che, in un momento storico come quello attuale, contraddistinto dall'esigenza di agire con rapidità e determinazione per poter cogliere tutte le opportunità di sviluppo che il mercato ci concede, sia necessario condividere con maggiore rapidità, grande flessibilità e unione di intenti, le decisioni. La prospettiva di una partnership con un primario fondo internazionale come Charterhouse mira proprio a raggiungere questi obiettivi», ha dichiarato Bertin.
 

Ultimo aggiornamento: 15:39 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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