Sanremo 2021, l'ira dei Jalisse: «Scartati da 24 anni con 24 brani diversi»

Domenica 20 Dicembre 2020
Sanremo 2021, l'ira dei Jalisse: «Scartati da 24 anni con 24 brani diversi»
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I Jalisse continuano a rappresentare un pezzo di storia della musica italiana, in virtù della loro vittoria 'anomala' a Sanremo 1997 col brano Fiumi di parole. La band, composta dai coniugi Fabio Ricci e Alessandra Drusian (di Oderzo), ha però rivelato di essersi sempre candidata ad una nuova edizione del Festival e di essere sempre stata scartata.

È accaduto anche quest'anno: i Jalisse si erano proposti per Sanremo 2021, ricevendo un nuovo rifiuto da parte della direzione artistica. Ed è per questo che, sulla pagina Facebook ufficiale, arriva un lungo e duro sfogo. «Anche stasera, come da 24 anni, Alessandra e Fabio hanno seguito la tv per scoprire i nomi dei big che parteciperanno al prossimo Festival di Sanremo 2021! Anche stasera, come da 24 anni, con 24 canzoni diverse presentate, i Jalisse non sono stati scelti tra gli artisti che saliranno su quel palco» - si legge nel post dei Jalisse - «Chissà, ci aspettavamo una sorpresa dell'ultimo minuto, del resto siamo sognatori.

Niente da fare, non riusciamo ad azzeccare una canzone che possa interessare al Festival! Saranno i testi poco validi? Le musiche brutte? La voce? Il nome Jalisse? O cosa? Chi ce lo dice per favore?».

Il post prosegue con tutta l'amarezza espressa da Fabio Ricci: «Permettete prima che mi presenti: mi chiamo Fabio Ricci, musicista/autore/compositore/produttore indipendente dei Jalisse fin dal 1994, quando nessuna casa discografica credeva nella musica di Alessandra e Fabio e per questo decidemmo di essere voce fuori dal coro, liberi come la musica, di investire su di noi e di creare la nostra strada. Anni di sacrifici fatti con l' amore puro per quelle note e quelle parole che volevamo far conoscere al mondo, inseguendo in coppia un sogno di vita e di palco. Amo la musica suonata da quando avevo 13 anni, con la prima tastierina Bontempi per imparare, poi il primo sintetizzatore Crumar DS2 appena 8 mesi dopo per condividere il sogno con band di ragazzi giovanissimi nelle cantine romane, tra lo studio da geometri e l'aiuto nel bar di via Dei Prati Fiscali a Roma dai miei. Era fine anni '70 e primi '80. Poi il primo disco con i Vox Populi nel 1985, l'incontro con Alessandra nel '90... Ma i sacrifici non si fanno solo da giovani, si fanno sempre e per un buona causa, come quando diventi padre di due splendide figlie e trovi nella famiglia una grande forza, da attingere e da difendere, compreso il Sacro Santo lavoro!».



 

I Jalisse tornano poi a quella inaspettata e clamorosa vittoria a Sanremo 1997, che anche oggi viene vista come una sorta di 'macchia' per il Festival. «Quella notte del 22 febbraio 1997 Alessandra e Fabio hanno creato un caso irrisolto, “un mistero”, come scrisse Aldo Grasso, come disse Baudo nel 2007 (a proposito ha scoperto lui la Drusian a GranPremio nel '90 e i Jalisse nel '95 a Sanremo Giovani) ma non per tutti, pare... e ciascuno ha formule magiche diverse. Sarà perchè non è ammissibile che i Jalisse arrivino e sorpassino tutti, come hanno testimoniato serenamente alcuni coach a Ora o mai piu' durante la nostra prima esibizione o come scriveva nel suo libro il caro Gigi Vesigna o come prefazionava allo stesso Antonio Ricci: “Sanremo si divide in Ante Jalisse e Post Jalisse”. E tanti altri che hanno detto la loro. Ma Vox Populi, Vox Dei, ancora oggi è il popolo che conta e che canta e i Fiumi di parole ci portano via» - si legge ancora nel post - «Noi non vogliamo far parte del mistero, vogliamo chiarezza e lavoro! Quindi ogni anno, con il cuore impavido, da 24 anni, ci incolliamo alla tv, mano nella mano e come due sognatori innamorati, come quando aspetti fino a tardi l'arrivo di Babbo Natale o quando sei l'ultimo di una lunga fila e speri che sia il tuo turno e invece ti chiudono la porta. Noi ci auguriamo che tra quei nomi appaiano anche Alessandra e Fabio, con la nuova canzone presentata alla commissione, puntualmente, come ogni anno».

Nonostante non siano più apparsi all'Ariston, i Jalisse rivendicano la loro ultraventennale carriera, distante anche dal 'pop da bistrattare' di Fiumi di parole. «Una volta presentammo “Linguaggio Universale” ispirata ad un saggio della Professoressa Rita Levi Montalcini; una volta “Tra rose e cielo” scritta con il poeta Younis Tawfik e arrivata fino in Iraq, a Mosul; una volta con “E se torna la voce” su musica di Maurizio Fabrizio realizzata durante la costruzione di una sala prove nel carcere di San Vittore con la Fondazione Mike Bongiorno; e poi uno splendido brano scritto con gli alunni di una scuola Aquilana dopo il terremoto nel 2010 con sostenitori di grande importanza, poi un brano stile musical con il grande Maestro Luis Bacalov e tante, ancora tante, tante altre» - spiega il gruppo nel post - «Ecco, tante canzoni scritte e pubblicate senza aver saputo neanche le motivazioni delle 24 esclusioni dal festival di Sanremo di 24 edizioni. Si perchè se sapessi le motivazioni migliorerei il tiro per essere accettato, ma niente! E non voglio farmi trascinare dall'idea che per partecipare bisogna essere amici di qualcuno o gestiti da qualcun altro. Effettivamente sentire che tutti sono amici crea un certo imbarazzo, ma leggo spesso dalle interviste che i brani accettati al Festival sono tutti assolutamente bellissimi, di valore, altrimenti a che servirebbe ascoltarli tutti?».

«E allora voglio capire! Perchè questo stato di non considerazione fa male a chi fa musica seriamente, a chi investe tempo e soldi, a chi fa sacrifici, a chi ha chiesto ai propri genitori di sacrificarsi per arrivare ad un sogno, a chi svolge con professione ed amore il proprio lavoro, a chi rappresenta (nel suo piccolo) la musica italiana all'estero, mentre a casa, in Italia, deve sentirsi al centro di un “Giallo Sanremese”, come un episodio da non replicare quel 97, un vincitore da dimenticare, una forma di emarginazione... vigliacca! Eppure abbiamo vinto il 47° Festival di Sanremo, due premi, uno agli autori, grazie a quel pubblico che ci ha votati, con quelle testimonianze spontanee che ancora ci arrivano, di aver avuto “carrettate di voti quella sera”» - si legge ancora nel post dei Jalisse - «Con il sottofondo ancora oggi, della gente che fischietta Fiumi di parole e non solo in Italia, ma in tutto il mondo! E ne abbiamo avuto di conferme grazie alla nostra partecipazione a Ora o mai piu' con Amadeus e a Tale e quale con Carlo Conti, che ci hanno permesso di tornare in prima serata RAI e di ritrovare il nostro pubblico televisivo italiano che non abbiamo mai perso, che ci ha cercato. Eppure ci siamo messi in gioco diverse volte come a The Voice, con Alessandra padrona di se stessa senza cadere nelle trappole della disperazione che fa tanto televisione d'effetto. Ma il nostro luogo congelato è il Festival di Sanremo!».

I Jalisse sanno che non è semplice entrare tra i concorrenti a Sanremo, ma hanno capito anche che è ancora più difficile risultare esclusi per 24 edizioni consecutive. «Sicuramente ci sono tantissimi artisti esclusi da Sanremo, anche più bravi dei Jalisse, certo, ma credo che Alessandra e Fabio possano meritare di tornare su quel palco che ha dato (dal pubblico) e tolto (dagli addetti ai lavori), perchè ogni volta che arriva il Festival i primi ad essere citati come cattivo esempio di una vittoria non meritata sono proprio i Jalisse. Meteore, scomparsi, desaparecidos.... I primi della lista nei titoloni. E questo ancora una volta ci fara' male!!! Invece di offrire una nuova opportunità ai Jalisse di salire su quel palco che li ha visti trionfatori 24 anni fa, si offre la guancia ai detrattori che continueranno a schiaffeggiare i Jalisse spiaccicandoli nei redazionali con titoloni denigratori. Senza parlare di alcuni speaker radiofonici che puntualmente, ma solo durante il Festival, metteranno in sottofondo quel Fiumi di parole che condirà puntualmente battute semi-comiche. Ed è difficile andare controcorrente! Come un sacco pieno di gioie portato sulle spalle che viene bucato con centinaia di lameparole appuntite» - continua lo sfogo nel post - «E questo anno ci credevo particolarmente! Per i Jalisse tornare a Sanremo sarebbe la ripresa della nostra attività che qualcuno ha voluto spesso osteggiare per cattiveria o gelosia o chissà cos'altro, questa importatissima manifestazione in questo momento storico di grandi difficoltà, dove il lavoro fa fatica a riprendere. Se deve essere una rinascita, deve essere per tutti quelli che la richiedono; devono ripartire tutti quelli che chiedono lavoro!!! Un po' per ciascuno. Anche per i Jalisse! Sarebbe anche un modo per far capire agli addetti ai lavori che i Jalisse sono due artisti come tanti altri che si impegnano a rispettare la musica e chi la ascolta. Due artisti che hanno vinto il 47° Festival di Sanremo grazie al pubblico, che sono arrivati quarti all' Eurovision Song Contest, che stanno producendo canzoni, che girano il mondo e fanno i loro concerti incontrando la gente. Piccoli artigiani della musica che vogliono essere considerati come una qualsiasi attività produttiva italiana, seria, professionale, impegnata anche nel sociale con convinzione e non per maschera. Due persone che hanno fatto della musica il loro impegno di lavoro quotidiano, autonomo, che fanno parte di quel comparto che con fatica, ma con grande passione non molla e continua a impegnarsi. Come tanti altri, certo, che credono in questo settore ancora più danneggiato oggi da questa pandemia. Da sempre si sente parlare di pressioni, raccomandazioni, spinte, minacce, forzature da parte di discografici, politici, produttori, sponsor... Questo fa sempre piu' male anche per chi organizza, suppongo».

Fabio Ricci dei Jalisse poi chiude così il post: «Io ed Alessandra abbiamo sempre insegnato a noi e alle nostre figlie il rispetto, la gentilezza, l'educazione, valori troppo spesso ricambiati con quel fango lanciato da alcuni, al quale abbiamo risposto e risponderemo con il nostro sole, ma con fermezza. Con il sorriso e con l'unica forza che possediamo: la musica! I nostri followers, chi ci ascolta e ci segue come le Jalissetribu, sono persone vere, sincere, che si avvicinano a noi senza essere acquistati a pacchetti per fare numero. Quindi avanti, Ale e Fabio ci sono, ci sono sempre stati e ci saranno sempre. Proseguiamo a promuovere il nostro album che parla di amore, di sentimenti, di cose belle della vita, di indipendenza, sperando di trovare persone che oltre alle orecchie per scegliere i Jalisse, ci mettano anche il cuore! Voglio emozionarmi ancora dice il nostro nuovo album di inediti... ”Sono io su una fotografia ho fatto un sogno insieme a te fermando il tempo dentro a una canzone ...lasciando fiumi di parole”. Mando il mio sincero in bocca al lupo ai colleghi che saliranno su quel palco del Festival 2021, felice per chi riprende il lavoro. Alla stampa, alla tv, alle radio invio un messaggio: se non vedrete i Jalisse ancora sul palco di Sanremo 2021 non sarà perchè sono spariti o perchè hanno cambiato lavoro, ma ancora una volta perchè non è stata data loro l'opportunità! Serene feste per tutti».

Ultimo aggiornamento: 21 Dicembre, 09:16 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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