Suor Stefania: «Il Milan, un motorino e Facebook, così sono diventata Madre Superiora»

Giovedì 26 Luglio 2018 di Laura Bon
Il selfie di suor Stefania Bandiera
10
ISTRANA - Il sorriso è aperto, allegro e gioviale. L'espressione del volto serena, il modo di parlare è quello tipico di chi, pur senza presunzione o tracotanza, è sicuro e sereno delle proprie scelte. Nella pagina Facebook cogli i suoi brindisi con gli amici, le foto con i genitori e gli adorati nipoti, degli splendidi campi di papaveri rossi, uno scatto di spalle mentre cammina con le amiche. Nelle frasi postate, poi, tanti inni alla vita come lo sono i pupazzi che, di tanto in tanto, fanno capolino. Sono i modi in cui si racconta la cinquantunenne Stefania Bandiera. Anzi, suor Stefania Bandiera. Sì, perché la protagonista di tali immagini ed espressioni, terrene e concrete nella loro vitalità, non è una donna qualsiasi. Si tratta invece della storica direttrice della scuola dell'infanzia Sacro cuore di Ospedaletto di Istrana, dove ha abitato dal 2004, da poco diventata la nuova superiora provinciale delle suore francescane missionarie del Sacro cuore.
LA NOMINA
Una nomina prestigiosa che l'ha portata a trasferirsi nella casa madre, a Gemona del Friuli, da dove però di tanto in tanto rientra nel Trevigiano. Dove le è rimasto un pezzo di cuore. Insomma, indubbiamente un pezzo grosso, che vive e racconta però l'esperienza con semplicità e gioia e che i parrocchiani hanno festeggiato anche sul web al momento della nomina. Del resto, di quel maschiaccio che scorrazzava in motorino, tifosissima del Milan, brava a suonare la chitarra e capace di brindare cin gli amici di ogni età Suor Stefania ha tutto. Soprattutto ha quell'empatia che ti porta a darle del tu due minuti dopo che le parli. «Fino a ventun anni -racconta suor Stefania- ho fatto la vita di molte altre ragazze; prima vicina alla Chiesa, poi un po' meno. La questione è che il Signore mi ha affascinato e mi ha affascinato il carisma di due zie suore, due suore francescane. Ciò che mi ha catturato è stato l'aspetto missionario della mia congregazione, che opera in varie parti del mondo. Tutto ciò è stato capace di farmi sentire amata». Ma anche di amare, dato che suor Stefania è evidentemente una donna innamorata. Oltre che impegnata, come lei stessa dichiara sulla propria pagina Facebook. E infatti, spinta dall'amore, suor Stefania, originaria di Cavasagra di Vedelago, ha fatto il salto. Si è dedicata a Dio e alla sua congregazione. Spinta da quello stesso ardore che ha unito Francesco a Madonna Povertà, raccontato da Dante nel Paradiso. E ora, a tanti anni di distanza dall'inizio di quell'amore, Suor Stefania appare tutt'altro che stanca. E la sua spiritualità è solo apparentemente lontana e inconciliabile con le tante passioni pratiche e terrene della suora, come ad esempio il tifo sfegatato per il Milan, che la accompagna da sempre.
LE PASSIONI
«Il cuore resta rossonero -dice la suora- ma capisci che nella vita ci sono cose più importanti, situazioni che ti cambiano. Anche il tifo calcistico, però, diventa un modo per parlare agli altri e con gli altri. Parti da quell'1-1 e la persona capisce che sei aperto, ti sente accogliente. Conosci così nuove persone e arrivi al loro cuore. Questo è il cuore di Cristo e della congregazione». Una realtà dallo spirito missionario, particolarmente attuale alla luce del dibattito legato all'immigrazione. «Sono situazioni che viviamo con grande sofferenza -spiega suor Stefania- Noi non facciamo politica, per noi conta l'aspetto umano. Perché prima di tutto c'è l'uomo». Insomma, una donna umana, concreta e pratica, suor Stefania. Tanto che più di qualcuno si è chiesto se possa sentirsi a suo agio nei panni che ha appena indossato, di carattere più elevato e, forse, anche meno concreto. «Se lo sono domandati in tanti -dice Suon Stefania- io però prendo questo nuovo percorso come una sfida, una nuova esperienza». Del resto, è di tutta evidenza che, nella sua vita, al primo posto ci sono Dio e l'ordine, che ne è l'espressione. Ma soprattutto, come lei stessa dice, è la sua famiglia. Che le ha trasmesso quella voglia di sorridere, di correre, di festeggiare nella semplicità che poi lei riversa sugli altri. Di qualunque età, nel nome del Padre.
 
Ultimo aggiornamento: 28 Luglio, 10:54 © RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci