Istrana, il capo dei piloti: «Così sorvegliamo i confini Nato per proteggere dagli aerei russi»

Domenica 30 Ottobre 2022 di Paolo Calia
Emanuele Chiadroni e un Efa del 51. Stormo Caccia
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ISTRANA - In due mesi i caccia italiani Eurofighter sono decollati una ventina di volte per intercettare aerei sconosciuti in avvicinamento ai confini della Nato, quasi sempre velivoli militari russi. Si sono alzati in volo dalla base Krolewo di Malbork, nella Polonia settentrionale, dove sono schierati per attività di Air Policing. La missione italiana (Task Force Air White Eagle) è composta da quattro intercettori dell'Aeronautica Militare, tra cui un Efa del 51° Stormo Caccia di Istrana.
Da fine agosto, su incarico Nato, sorvegliano lo spazio aereo polacco in un quadro di tensione altissima considerata la vicinanza del teatro di guerra ucraino. La base si trova a poca distanza dall'enclave russa di Kaliningrad da cui, ai primi di ottobre, sono partiti quattro caccia russi, subito inseguiti dagli Efa italiani. A poca distanza risplende anche la fetta di mare Baltico dove sono avvenute le misteriose esplosioni subacque che hanno danneggiato il gasdotto Nord Stream. In un quadro così delicato, il contributo dato dal 51° Stormo Caccia è determinante. E il lavoro di piloti e tecnici viene seguito da Istrana dal comandante dello Stormo, colonnello pilota Emanuele Chiadroni.


Comandante, in questi giorni si parla di numerosi interventi per intercettare velivoli russi che si sono avvicinati ai confini dello spazio aereo Nato.
«La difesa dello spazio aereo Nato, alla quale l'Aeronautica Militare contribuisce quotidianamente, è un caposaldo della difesa dell'intera Alleanza Atlantica.

Come dice la parola stessa, è una capacità ed un'attività prettamente difensiva, che ovviamente vuole avere ed ha anche un grande valore di deterrenza. È fondamentale, in questo momento in modo particolare, mantenere una presenza costante ed un'alta reattività di tutto il Sistema a qualsiasi tipo di azione o segnale della controparte. Noi, con i nostri velivoli, siamo sensori ed anelli di una catena molto complessa. Gli interventi a cui faceva riferimento hanno senza dubbio contribuito ad assicurare in quella porzione di spazio aereo una adeguata cornice di sicurezza per i confini dell'Alleanza».


Quali sono le insidie e i pericoli?
«L'Air Policing è una missione di cui si è dotata la Nato a partire dalla metà degli anni cinquanta, pertanto si opera in momenti di pace. Ma può succedere che si debba attuare anche in momenti di tensione internazionale».


Come sta accadendo in questi giorni, con i vostri aerei molto spesso vicinissimi a velivoli militari stranieri.
«Quando si è chiamati ad intervenire vicino a velivoli della controparte per far sì che si allontanino da una specifica zona, o anche solo per monitorare le loro attività, bisogna sempre tener presente che ogni nostro gesto potrebbe essere frainteso e quindi si deve porre la massima attenzione a far sì che non ci siano situazioni di potenziale escalation».


Il modo per evitare guai maggiori?
«È la professionalità che ci contraddistingue, la natura delle attività che svolgiamo nel nostro lavoro, l'addestramento continuo che effettuiamo partecipando anche ad esercitazioni complesse che coinvolgono le Forze Armate di altri Paesi dell'Alleanza, nonché l'esperienza maturata nelle varie operazioni svolte nei recenti teatri operativi, che ci consentono, in ogni circostanza, di porre la giusta attenzione nel valutare le situazioni in atto, soprattutto quelle che in prima istanza possono apparire come le più critiche».


Come si svolge una missione di intercettazione?
«La missione di intercettazione comincia con il cosiddetto Scramble. Consiste nell'ordine di decollo immediato di velivoli intercettori predisposti operativamente e tecnicamente per andare in volo in pochi minuti in qualsiasi momento del giorno. Una volta in volo, i velivoli giungono rapidamente vicino al velivolo da intercettare grazie alle indicazioni fornite dal personale guida caccia che opera dai Gruppi Radar della Difesa Aerea. L'attuazione di precise procedure di sicurezza e il rispetto delle regole d'ingaggio consentono di tenere sempre la situazione sotto controllo e ridurre i possibili rischi».
 

Ultimo aggiornamento: 16:55 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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