CASTELLO DI GODEGO (TV) - Si erano conosciuti nel mondo virtuale quando lei aveva solo 13 anni. E lui 20. Una conoscenza fatta di messaggi sul profilo Instagram scoperta dal padre della ragazzina, un 53enne di Castello di Godego, che si era insospettito per l'utilizzo maniacale del cellulare, sempre in mano alla minorenne. E poi, una volta avute le prove di quella strana conversazione affidata ai social, il genitore aveva presentato denuncia. Per questo è finito a processo un 23enne di Maserà, in provincia di Padova che, secondo l'accusa, avrebbe cercato di adescare la ragazzina utilizzando l'amore e, addirittura, il matrimonio, come trappola per farle promettere rapporti sessuali con lui.
LA STORIA
La torbida storia tra i due comincia nel settembre del 2019 ed è praticamente affidata a quintali di messaggini.
IL NODO COMPETENZE
Il processo ha avuto un risvolto particolare in quanto è stato istruito a Padova. Lì il tribunale si è dichiarato incompetente per territorio, passando l'incartamento alla Procura di Venezia sul presupposto che il reato era stato commesso attraverso l'utilizzo di comunicazioni digitali. Ma i magistrati della procura veneziana hanno trasmesso gli atti alla procura di Treviso, in quanto il reato si è perfezionato nella Marca. L'uomo, che oggi ha 23 anni, si è dunque trovato a processo due volte e ieri, nel corso dell'udienza in tribunale, il giudice Laura Contini ha emesso la sentenza di non doversi procedere per uno dei due procedimenti. L'altro, tutt'ora in piedi ed esatta fotocopia del precedente, andrà a sentenza il prossimo 5 dicembre. Il 23enne ha fatto richiesta di essere ammesso ad una misura alternativa al carcere.
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