Trevignano. Vuole vivere all'occidentale: ​«Violentata e picchiata mentre ero incinta»

Venerdì 27 Settembre 2019 di Denis Barea
Trevignano. Vuole vivere all'occidentale: «Violentata e picchiata mentre ero incinta»
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TREVIGNANO (TREVISO) - «Mi ha violentata e picchiata mentre ero incinta». E' la tremenda accusa rivolta da una 26enne marocchina al marito, un connazionale 39enne finito a processo con l'accusa di maltrattamenti, minaccia e violenza sessuale. «Non è vero -replica l'uomo- lei è rimasta delusa dal tenore di vita che potevo offrirle con il mio stipendio da operaio e non voleva più restare con me». Per la Procura di Treviso, che ha chiesto e ottenuto il rinvio a giudizio, il marocchino è un aguzzino che ha trasformato la casa in cui i due, oggi divorziati, vivevano a Trevignano in una prigione. Un bruto che esigeva la più totale sottomissione e che ha preteso, anche quando lei non voleva, che facesse sesso con lui, rispondendo ai no della moglie picchiandola e stuprandola. Del resto le botte, stando alla denuncia presentata nel febbraio del 2017 dalla 26enne che ora è tornata a vivere in Marocco, erano all'ordine del  giorno. «Non voleva che io vivessi all'occidentale» ha raccontato agli inquirenti. Il fanatismo del marito e la convinzione che la donna dovessi obbedirgli in tutto l'avrebbero costretta a non finire gli studi perché lui non voleva che si emancipasse, a non poter avere amici o contatti con l'esterno, a non vestire all'occidentale e indossare invece, anche in pieno inverno, vestiti leggeri tipici marocchini. E vivere le ultime settimane della gravidanza e poi i primi mesi dalla nascita del bambino senza riscaldamento. Botte e insulti e poi la violenza sessuale. Il primo stupro sarebbe avvenuto nel novembre, il secondo e ultimo a febbraio dell'anno dopo quando la giovane sarebbe riuscita a sfuggirgli, rifugiandosi in bagno con il figlio e chiamando aiuto. 
MATRIMONIO INFERNALEIeri è finita anche la vicenda giudiziaria legata ad un'altra storia di violenza accaduta, anche in questo caso, a Trevignano. Un 51enne, difeso dall'avvocato Andrea Zambon, è stato condannato a 2 anni in abbreviato per maltrattamenti, con la sospensione condizionale della pena. Nella denuncia presentata nel novembre del 2018 la moglie lo ha accusato di averle fatto vivere un matrimonio d'inferno con offese, minacce e pestaggi. Durante un litigio, il marito le avrebbe gettato anche della polenta bollente su un braccio, ustionandola.
Denis Barea
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