Castelfranco Iov. Arriva il nuovo robot chirurgico da 300 interventi all'anno

Giovedì 13 Maggio 2021 di Mauro Favaro
Castelfranco Iov. Arriva il nuovo robot chirurgico da 300 interventi all'anno

CASTELFRANCO (TREVISO) - Un nuovo robot chirurgico di ultima generazione per eseguire gli interventi più complessi con il massimo grado di precisione, agevolando allo stesso tempo il percorso di recupero affrontato dai pazienti. Si chiama Da Vinci XI 4000, per la chirurgia oncologica delle vie digestive e per l'urologia oncologica. È il sistema che fa fare un ulteriore salto di qualità alla sede dell'Istituto oncologico veneto all'interno dell'ospedale di Castelfranco.

Lo strumento dalle mille braccia controllabili a distanza è stato inaugurato ieri dal governatore Luca Zaia. Il suo valore supera i 3,6 milioni di euro. Più 1,5 milioni all'anno per il materiale di consumo. E non è che il primo passo nel programma di investimenti su Castelfranco da 40 milioni di euro annunciato da Patrizia Benini, direttore generale dello Iov.


IL PIANO
La metà di questo tesoretto, circa 20 milioni, verrà impegnato per la costruzione dei nuovi bunker della radioterapia. Si punta a posare la prima pietra nel più breve tempo possibile. Di seguito ci saranno i lavori per salire da 200 a 300 posti letto dello Iov nella sede del San Giacomo. Proprio ieri, poi, il sindaco Stefano Marcon ha ricordato al presidente Zaia che l'11esimo piano dell'ospedale resta a disposizione per altri investimenti. «Stiamo portando nuove tecnologie in un ospedale che per noi è un punto di riferimento. Il robot chirurgico di ultima generazione cambierà la vita nelle sale operatorie aumentando ulteriormente la qualità delle prestazioni spiega il governatore per quanto riguarda l'11esimo piano, confermo che è assolutamente nei nostri progetti. C'è la volontà di investire nella sede dello Iov di Castelfranco. Lo abbiamo dimostrato negli anni. Mentre altri fanno polemiche, noi andiamo avanti e continuiamo a investire».


ALTA TECNOLOGIA
Il nuovo robot chirurgico con visore in 3D verrà utilizzato per interventi di chirurgia generale e urologica. Così come per le operazioni di chirurgia toracica, ginecologia e otorinolaringoiatria. Si stima che già quest'anno verranno eseguite oltre 300 operazioni con il nuovo sistema nella sede di Castelfranco. «Questo robot rappresenta il massimo nella chirurgia generale e, in particolare, in quella oncologica sottolinea Pierluigi Pilati, direttore del dipartimento di Chirurgia dello Iov le braccia del robot ruotano per oltre 360 gradi: si può effettuare qualsiasi movimento della mano umana, senza i fisiologici tremolii. La chirurgia robotica consente di effettuare interventi in spazi estremamente piccoli, isolando strutture che sono particolarmente delicate e complesse. Cosa che con la chirurgia normale non si sarebbe in grado di fare. Il sistema, inoltre, permette anche di lavorare contemporaneamente in più aree addominali e toraciche». I vantaggi per i pazienti sono chiari. Grazie all'approccio mini-invasivo, vengono ridotti i giorni di ricovero e le complicanze, si migliore il decorso post-operatorio e si riduce il dolore, andando a ridurre di conseguenza il ricorso a farmaci antidolorifici, così come si riducono le perdite ematiche. Il tutto confluisce in una ripresa in tempi più rapidi. Lo strumento consacra la sede dello Iov di Castelfranco come super-specializzata nel settore della chirurgia maggiore. Quella di ieri è stata la prima inaugurazione dell'era Benini. E lo stesso direttore generale ha sottolineato il fatto che sia avvenuta a Castelfranco. «È stato molto più di un taglio del nastro: è un arco che lancia nel futuro e che segna la continuazione del cammino a Castelfranco per migliorare ancora di più i livelli di tecnologia e di risposta ai cittadini spiega l'arrivo di questa tecnologia conferma che lo Iov va concepito come una matrice all'interno della quale le diverse sedi si stanno super-specializzando. Castelfranco ha l'area della chirurgia maggiore e quelle dell'oncologia e dell'oncoematologia. Padova è già un'eccellenza per tutta la parte dell'oncologia. Schiavonia è sede di radioterapia. È un unicum diversificato nelle sue peculiarità».


I LAVORI
Adesso al San Giacomo si attende la costruzione dei bunker della radioterapia. Una partita che vale da sola circa 20 milioni. Dopo l'indagine archeologica, si aspetta il responso della Soprintendenza. «Le pratiche sono in stato avanzatissimo dice Benini siamo in attesa dei pareri della Soprintendenza vista la sede dove dovrebbe crescere la radioterapia e anche i ritrovamenti che ci sono stati. Ma contiamo di procedere velocemente alla posa della prima pietra». Di seguito si aggiungeranno gli altri investimenti. Musica per le orecchie del sindaco Marcon. «Rappresentano la garanzia migliore: i 40 milioni indicano chiaramente dove si vuole andare mette in chiaro anche il riferimento all'11esimo piano guarda in questo senso: c'è ancora uno spazio a disposizione e Castelfranco è sempre pronta a essere al centro della programmazione regionale. Quel che è certo è che la discussione sul San Giacomo ha prodotto miglioramenti in termini di posti letto e di servizi offerti dall'ospedale. Non mancano mai le polemiche, ma le lasciamo a chi le fa di mestiere». Nonostante la pandemia da coronavirus, l'anno scorso lo Iov ha aumentato le proprie attività del 25%. E anche nei primi tre mesi del 2021 nella sede di Castelfranco, tenuta Covid free, è aumentata sia l'attività di ricovero che quella ambulatoriale. «Davanti all'emergenza Covid, il binomio Castelfranco-Montebelluna ha funzionato».

Ultimo aggiornamento: 09:23 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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