Papà falciato e ucciso sulla ciclabile: «Neanche una scusa da chi l'ha travolto»

Mercoledì 4 Agosto 2021
Gianluca Marras
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TREVISO - «Sono passati otto giorni dall'incidente che mi ha portato via mio figlio eppure la donna che lo ha investito non si è mai scusata: nemmeno una telefonata, nessuna parola di conforto». Sabato sarà il giorno dell'addio a Gianluca Marras, il 37enne di origine sarda falciato sulla pista ciclabile della Feltrina la mattina del 26 luglio scorso e morto in ospedale due giorni dopo. Il giovane lavorava come magazziniere alla Bartolini di Casale sul Sile. Abitava con le due sorelle in via Feltrina e lascia anche una figlia di 10 anni. Il funerale verrà celebrato alle 10.30 a Monigo, nella chiesa di Sant'Elena.

In un ultimo gesto di generosità, i familiari hanno acconsentito all'espianto degli organi.

«NON LA PERDONEREMO»
Per papà Luigi e le sorelle Giulia e Tiziana sono giorni di dolore, solo in parte alleviato dalla vicinanza dai tanti parenti e amici di Gianluca e senza dubbio appesantito dal silenzio di chi era al volante dell'auto killer. La 59enne moldava residente a Treviso, non si è fatta viva con la famiglia del giovane ciclista deceduto. «Ci saremmo aspettati delle scuse - afferma papà Luigi - anche se non riusciremo mai a perdonarla. Ci siamo affidati a un legale per ottenere giustizia». La procura di Treviso ha aperto un fascicolo sul caso, la cui unica indagata è appunto la conducente straniera, soggetta a crisi epilettiche. Gli inquirenti propendono per l'ipotesi del malore, che le avrebbe fatto perdere il controllo della Toyota Verso con cui stava viaggiando da Feltre verso Treviso.

L'INCIDENTE
Anche Gianluca quella mattina stava pedalando nella stessa direzione lungo la pista ciclabile che costeggia la carreggiata: «Era uscito presto per andare a prenotare l'esame di guida: aveva preso da poco il foglio rosa e aveva già comprato la macchina, una Opel Astra» - racconta la sorella Giulia. Alle 7.30, all'incrocio tra via Feltrina e via Zecchette un botto fa sussultare il quartiere. La vettura centra in pieno il ciclista e lo sbalza di sella. L'impatto è violentissimo. Il primo a prestare soccorso è un medico del Ca' Foncello, che inizia a praticare il massaggio cardiaco in attesa dei soccorsi. Nella staffetta per salvare la vita al 37enne si alternano i vigili del fuoco e da ultimo i medici del Suem ma il salvataggio purtroppo non basta: prolungherà soltanto di 48 ore l'agonia. Sabato, per l'ultimo saluto a Gianluca, anima generosa e gran lavoratore, sono attesi anche parenti e amici dalla Sardegna.
 

Ultimo aggiornamento: 09:18 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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