Finti bond della Provincia: sequestro da 340mila euro a un consulente finanziario

Mercoledì 6 Luglio 2022 di Giuliano Pavan
La Procura sta indagando per truffa nei confronti di un sedicente promotore finanziario

CASTELFRANCO Un sequestro conservativo da 340mila euro, tra beni mobili e immobili. È quanto ottenuto dall’avvocato Massimo Sonego nei confronti di un 60enne di Castelfranco Veneto, sotto accusa per aver truffato almeno cinque persone (tra cui il fratello e la cognata) proponendo investimenti fasulli in bond della Provincia di Treviso (ovviamente inesistenti) spacciandosi per intermediario tra l’ente e la Banca d’Italia. «Cerchiamo di salvare il salvabile - commenta l’avvocato Sonego - visto che i miei clienti ormai da anni non vedono un centesimo».

E la convinzione è che non siano gli unici a essere finiti nella rete del finto consulente finanziario. Tanto che la Procura, che ha già sentito le vittime, sta indagando proprio su questo fronte. 


IL CASO

I guai con la giustizia a carico del 60enne hanno inizio nel febbraio scorso, quando le vittime hanno chiesto conto degli investimenti fatti direttamente alla Provincia di Treviso, che ovviamente ha risposto che non aveva emesso alcun bond. Ed è stato proprio l’ente presieduto da Stefano Marcon a depositare un esposto in Procura, a cui è poi seguita la denuncia querela delle vittime assistite dall’avvocato Sonego. Le operazioni erano state spacciate come estremamente sicure e redditizie, con interessi anche del 20%. E per conquistare la fiducia delle vittime non ha esitato a usare anche il logo ufficiale del Sant’Artemio, senza peraltro averne alcun titolo. Il sistema ha retto fino a quando i clienti che attendevano di incassare gli interessi non si sono accorti di essere rimasti con un pugno di mosche: non è mai arrivato nulla, per anni. Il problema è emerso quando la Provincia ha iniziato a ricevere diverse richieste di chiarimenti in merito a strumenti finanziari legati allo stesso Sant’Artemio che in realtà non risultavano da nessuna parte. 


LE SEGNALAZIONI

Le segnalazioni ricalcavano tutte la medesima linea: le persone hanno riferito di aver affidato i propri soldi al consulente finanziario, attirate anche dal logo della Provincia, sperando di poter strappare qualche guadagno, in realtà non è mai corrisposto. L’esposto che il Sant’Artemio ha depositato in Procura (così come la querela) ricapitola per filo e per segno tutte le segnalazioni. Il consulente finanziario che ha proposto queste fantomatiche operazioni, secondo gli inquirenti, sapeva bene quello che stava facendo: in altre parole, non ha accostato a caso i bond alla Provincia. In particolare avrebbe fatto leva su precedenti emissioni obbligazionarie. Negli anni passati, infatti, il Sant’Artemio aveva lanciato 5 emissioni obbligazionarie con la formula bullet, a suo tempo finite al centro delle polemiche per i costi della nuova sede del Sant’Artemio, garantendosi entrate per circa 100 milioni di euro. «Le indagini proseguono - conclude l’avvocato Sonego - Intanto è stato ottenuto e confermato il sequestro».

Ultimo aggiornamento: 7 Luglio, 08:00 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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