Insulti social alla Lega, sotto accusa per diffamazione Gaia Righetto trascinata in aula da Dimitri Coin: è scontro

Martedì 21 Marzo 2023 di Giuliano Pavan
Insulti social alla Lega, sotto accusa per diffamazione Gaia Righetto trascinata in aula da Dimitri Coin: è scontro

TREVISO - Ventotto like, venti commenti e una condivisione. Era l'11 giugno 2018. Il post, sul profilo personale di Gaia Righetto, volto storico del centro sociale Django ed esponente del collettivo Ztl, è ancora presente. Nonostante sia oggetto di una battaglia legale tra l'attivista, a processo per diffamazione a mezzo stampa, e Dimitri Coin, all'epoca (come oggi) deputato della Lega e attualmente neo segretario provinciale del Carroccio. Lei, difesa dall'avvocato Giuseppe Romano, continua a sostenere che quelle frasi rientrano nella sfera della «critica politica». Lui, che si è costituito parte civile con l'avvocato Stefano Trubian prospettando una richiesta danni da 10mila euro, è invece convinto che quell'attacco verbale abbia offeso sia la sua reputazione che quella della Lega.

La frase

«Stampiamoci tutti questi volti bene in mente. Sugli scranni di Palazzo dei Trecento, al bar, per strada, ovunque, a questi signori non daremo pace. A questi maschi bianchi che portano oscurità e odio, a questi razzisti, sessisti, omofobi e devastatori rinnoviamo la nostra dichiarazione di guerra. Quella dal basso, quella mossa dalla rabbia degna, quella dalla parte dell'umanità». Frasi pronunciate come incipit a un link di un articolo di giornale in cui venivano snocciolati i nomi dei dieci più votati della coalizione di centrodestra che aveva sostenuto la candidatura di Mario Conte a sindaco di Treviso. Come detto, era l'11 giugno 2018, giorno in cui l'attuale guida di Ca' Sugana aveva sconfitto al primo turno l'allora sindaco uscente, Giovanni Manildo. Un risultato elettorale che era stato festeggiato nella sede del Carroccio al K3 di Villorba e che, di pari passo, aveva scatenato le critiche degli attivisti di Django, con in testa proprio Gaia Righetto. Che, oltre alla frase incriminata, aveva risposto a un commento («A giudicare dai risultati, che vi hanno messo all'angolo, anziché inveire in modo sterile contro i vincitori, bene sarebbe fare una seria analisi sul perché ciò sia accaduto, magari il tutto condito con un po' di sana autocritica che, sicuramente, non guasterebbe), non aveva risparmiato nemmeno una stilettata a Manildo: «Ma vi hanno chi? Credete a tutto quello che vi dicono? Noi non siamo Manildo, ci siamo opposti a Manildo. Se Conte è su, grossa responsabilità ce l'ha Manildo». Il post di Gaia Righetto non è passato inosservato, pur non avendo avuto grosso seguito. Saltato all'occhio di Dimitri Coin (ritratto nella foto a corredo del link dell'articolo di giornale, ndr), il deputato leghista aveva deciso di sporgere denuncia per diffamazione a mezzo stampa. La Procura, analizzata la questione, aveva emesso un decreto penale di condanna da mille euro. La diretta interessata ha però presentato opposizione con l'avvocato Romano. Ieri in aula il neo segretario della Lega ha deciso di costituirsi parte civile depositando al giudice Iuri De Biasi la richiesta di risarcimento da 10mila euro che, con ogni probabilità, in caso di condanna verrà versata al partito.

 

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