Gli insulti razzisti e il video sui social per la sigaretta negata: «Negro, tornatene col barcone a Lampedusa»

Sabato 31 Agosto 2019 di Alberto Beltrame
Gli insulti razzisti e il video sui social per la sigaretta negata: «Negro, tornatene col barcone a Lampedusa»
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Non solo hanno coperto d'insulti di stampo razzista un ragazzo di colore che avevano avvicinato all'uscita di una discoteca di Jesolo, ma mentre pronunciavano quelle frasi condite di risate e bestemmie, come fossero del tutto sdoganate, si sono pure riprese con il telefonino, postando il filmato sulle stories del profilo Instagram di una di loro. «Negro di m...., prendi una barcone e tornatene a Lampedusa» hanno ripetuto sghignazzando le tre ragazze, tutte trevigiane di buona famiglia, rivolgendosi a un coetaneo di origini straniere, anch'egli residente in città. Il filmato, rimosso prima della naturale scadenza della story dalla sua autrice ma nel frattempo salvato, condiviso e ritwittato, ha fatto il giro del web ed è stato visualizzato da oltre 200mila persone.
 


 
Centinaia i commenti di condanna di fronte all'ennesimo episodio difficilmente ascrivibile a una semplice ragazzata: l'impressione, anche alla luce dei tanti episodi denunciati nelle ultime settimane nella Marca, non ultimo quello dell'imprenditore di origini dominicane accusato di un furto in discoteca solo per il colore della sua pelle, è che ci si trovi di fronte a una vera e propria emergenza razzismo. E che lasciarsi andare a frasi dal contenuto discriminatorio quasi non sia più ritenuto socialmente grave.
GLI INSULTI
Tutto sarebbe scattato per una sigaretta. Le tre amiche trevigiane avrebbero avvicinato il giovane fuori dal locale jesolano per chiedergli una cicca, ma quando il ragazzo ha risposto di no, lo hanno apostrofato utilizzando il peggior repertorio potesse venire loro in mente, evocando la fuga dei tanti migranti attraverso il Mediterraneo, dicendogli di risalire sul barcone e di tornarsene a Lampedusa, in Sicilia. Senza evidentemente conoscere appieno la storia di chi avevano davanti, forse anche per colpa di qualche bicchiere di troppo bevuto durante la serata. Ripetere la parola negro non era infatti abbastanza, così gli hanno lanciato il più classico messaggio xenofobo del tornatene a casa tua. Quel che sorprende di più è che le tre giovani trevigiane abbiano persino voluto filarsi mentre rivolgevano la sequela di insulti al ragazzo.
«Mi chiedo come, nel 2019, queste cose possano ancora accadere - afferma la ragazza che ha deciso di salvare il filmato e postarlo su Twitter, dove è stato visualizzato da quasi 200mila persone -, eppure, come mi ha sottolineato la sorella del ragazzo, sono cose che vivono (viviamo) quasi quotidianamente. È triste vedere che queste siano ragazze della nostra età e ancora più triste il fatto che abbiano sentito il bisogno di registrare e postare. Perché oggi, a quanto pare, essere razzisti fa fighi. Sminuire, umiliare pubblicamente. Io non ho parole».
IL BOICOTTAGGIO
L'autrice del video, facilmente identificabile tramite Instagram, nonostante la veloce rimozione del filmato è stata oggetto di una sorta di boicottaggio da parte degli utenti che hanno condiviso sdegnati il video e che hanno segnalato il suo account agli amministratore del social network, in una sorta di vendetta 2.0 (del tutto soft), come inappropriato. Il ragazzo oggetto dei pesanti insulti, inoltre, assieme ai familiari, starebbe valutando un'eventuale denuncia. «Mi urta il fatto che siano delle ragazze giovani a parlare in questo modo - scrive un'utente a margine del video, il cui numero di visualizzazioni cresce di ora in ora -. Stupida io a pensare che la nostra generazione riesca ad imparare dagli errori degli adulti ed avere una mentalità semiaperta. Che vergogna, segnalo subito». «Il problema è proprio questo - aggiunge un altro -, non è il razzismo come lo si conosceva fino a pochi fa. È il risultato di aver sdoganato frustrazioni latenti di molte persone contro un bersaglio unico, questo razzismo fa da collante che unisce e deresponsabilizza individualmente. Pericolosissimo».
Alberto Beltrame
© RIPRODUZIONE RISERVATA

Ultimo aggiornamento: 1 Settembre, 09:33 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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