Soffiate in Borsa, indagato Bepi De Longhi: accusato di insider trading

Venerdì 29 Marzo 2019
Giuseppe De Longhi

TREVISO - Un impero globale, con il cuore radicato a Treviso. E con lui e i suoi familiari saldamente al comando. Giuseppe De Longhi è uno dei massimi campioni del miracolo industriale veneto e, al tempo stesso, una figura un po' anomala rispetto alla mitologia degli imprenditori nordestini del boom. Trevigiano doc, nato il 24 aprile 1939, non è del tutto un self made man come diversi colleghi: la famiglia conduce fin dal 1902, alle porte del capoluogo della Marca, una ditta dove si producono componenti per stufe a cherosene e cucine economiche, oltre che pompe per spruzzare il solfato di rame sulle viti. Lui entra in azienda nei primi anni 60, dopo essersi laureato in Economia e commercio all'università di Ca' Foscari (altro elemento non così frequente tra la generazione dei pionieri) e dopo aver svolto il servizio militare. Quel che è certo è che, rilevate le quote dello zio, cofondatore insieme al padre, prende in mano le redini dell'attività imprimendo la svolta. E in pochi decenni la De' Longhi si trasforma da piccola realtà metalmeccanica ad un colosso del settore degli elettrodomestici.
 
I PRODOTTI
Nel 1974 lancia sul mercato il primo radiatore ad olio con il proprio marchio, poi, via via, è un susseguirsi di prodotti di successo: Caldobagno, il primo termoventilatore per il bagno, il fornetto Sfornatutto, la scopa elettrica Colombina e, su tutti, forse il più celebre articolo della casa, il condizionatore portatile Pinguino, apparso per la prima volta nel 1986. Innovazioni alla cui diffusione contribuiscono anche azzeccate campagne pubblicitarie (l'azienda per alcuni anni sponsorizzerà anche la scuderia Arrow in Formula Uno).

L'espansione si rafforza grazie anche a una politica di acquisizioni di altre imprese e prestigiosi marchi del settore: dalla Simac all'inglese Kenwood, a Braun o Ariete. Oggi la De' Longhi, quotata alla Borsa di Milano dal 2000 e presente in tutti i continenti, concentra le sue attività soprattutto nel campo delle macchine per caffè (che rappresentano poco meno della metà delle vendite totali), dei robot da cucina e degli apparecchi per la preparazione del cibo (un altro 30%) e di quelli per la pulizia, lo stiro e la climatizzazione domestica.

I FIGLI
Pur essendo dunque una multinazionale in piena regola (con stabilimenti in Cina ed Europa dell'Est), il gruppo mantiene la sua sede nella Marca e un carattere marcatamente familiare: Bepi De Longhi è tuttora presidente del consiglio di amministrazione, ma la seconda generazione ha ormai assunto ruoli di preminenza: il figlio Fabio, classe 1967, laurea alla Bocconi, è amministratore delegato da quasi tre lustri, mentre in cda siede da tempo anche l'altra figlia più giovane Silvia.

Anche l'incendio che ha devastato la storica sede di via Seitz, nel quartiere trevigiano di Fiera il 18 aprile 2007, con coda di polemiche sui rischi inquinamento, o la ristrutturazione aziendale dei primi anni Duemila, con i tagli all'organico e gli operai che, in segno di protesta, bruciavano le tute blu davanti alla fabbrica, sono superati. L'esercizio 2018 è stato chiuso con ricavi per 2,078 miliardi di euro e un utile netto che ha sfiorato i 184 milioni, entrambi in crescita.

La rivista specializzata Forbes, nella sua tradizionale classifica aggiornata alla fine dell'anno scorso, ha inserito Bepi De Longhi, insieme ai congiunti, al nono posto tra gli uomini più ricchi d'Italia (546esimo al mondo), con un patrimonio di 3,8 miliardi di dollari. Il patron, però, ha sempre mantenuto fede alla regola della riservatezza e del basso profilo. Le uscite pubbliche si contano sulle dita di una mano (tra le ultime, per i funerali di Gilberto Benetton), ancora meno le interviste. Tutt'al più qualcuno può dire di averlo incrociato, mentre rientrava a piedi a casa, in centro a Treviso.
M.Z.

© RIPRODUZIONE RISERVATA
Potrebbe interessarti anche
caricamento

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci