Scuola, la fuga degli insegnanti: assunti in Veneto tornano al Sud

Domenica 6 Gennaio 2019 di Mauro Favaro
foto di repertorio
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TREVISO - Vogliono tornare al sud. Centinaia di insegnanti originari del meridione arrivati due anni fa nelle scuole del Veneto attraverso il piano di assunzioni straordinario legato alla legge Buona Scuola, targata Renzi, adesso chiedono di essere trasferiti negli istituti del sud, tra Sicilia, Campania e Puglia. Per lavorare più vicini alle loro famiglie. In una parola, più vicini a casa.
Molti si sono già rivolti ai sindacati per capire come presentare la domanda. Solamente nella provincia di Treviso si prevedono 500 richieste. «Saranno sicuramente centinaia quelli che chiederanno il trasferimento per avvicinarsi a casa», conferma Marco Moretti, segretario generale Flc-Cgil del trevigiano. Si tratta di una stima ricavata partendo dal numero di richieste già inoltrate agli sportelli delle organizzazioni sindacali, tenendo in considerazione che un paio di anni fa sono stati addirittura 800 gli insegnanti provenienti dal meridione che hanno firmato un contratto per una cattedra nelle scuole della Marca. All'epoca i docenti precari non poterono scegliere. Chi non accettava l'immissione in ruolo con annesso trasferimento dall'altra parte dell'Italia, rischiava di essere cancellato dalle graduatorie. Tanto che qualche insegnante arrivò pure a parlare di deportazione.
LA PROVA Adesso il periodo di prova è finito. E si punta a riavvicinarsi a casa. Il 3 gennaio un gruppo di docenti siciliani è sceso in piazza dando vita a una protesta davanti alla sede della Regione Sicilia chiedendo di poter tornare nella loro terra. «Abbiamo già ricevuto molte domande rivela Moretti lo schema più ricorrente è quello di famiglie rimaste separate per anni per entrare nel mondo della scuola: spesso la moglie fa l'insegnante e il marito è rimasto a lavorare al sud, per non parlare delle soluzioni trovate per i figli. È chiaro che queste persone che hanno accettato il ruolo e superato il periodo di prova ora non vedono l'ora di tornare al meridione per ritrovare la vita che hanno lasciato lì».
E la situazione della Marca non è che la punta di un iceberg ben più grande se si guarda a tutto il Veneto. Qualcuno potrebbe anche scegliere di fermarsi qui, invero. In particolare i docenti più giovani che sono riusciti a mettere radici. Ma le situazioni del genere non sono molte. Nonostante la pioggia di richieste, però, già si sa che non tutti riceveranno una risposta positiva. «La percentuale di trasferimenti interprovinciali è contingentata ricorda Michela Gallina della Gilda degli insegnanti di Treviso questo proprio per contenere l'esodo e distribuirlo nell'arco di un triennio». Fatto sta che, stando all'ipotesi del contratto integrativo di mobilità siglata il 31 dicembre, la cui verifica dovrebbe terminare nel mese di febbraio, l'aliquota più elevata per quanto riguarda gli spostamenti dei docenti da una provincia all'altra è prevista proprio per l'anno scolastico 2019-20 (40%, rispetto al 30% dell'anno successivo e al 25% per l'ultimo del triennio). Oltre a questo, c'è da capire quante cattedre saranno realmente a disposizione nelle regioni del meridione. «Prima dei trasferimenti interprovinciali, ci sono quelli all'interno della provincia avverte il segretario della Flc-Cgil della Marca bisognerà vedere cosa resterà dopo il primo passaggio».

LE COPERTURE Quale sarà, invece, il destino delle cattedre che resteranno scoperte nelle scuole del Veneto? Verranno in buona misura affidati a supplenti annuali. E molti in questo leggono una beffa. «È matematico dice Moretti se da Treviso escono cento docenti, ad esempio, ma non arrivano altrettante richieste di mobilità in entrata, i posti resteranno scoperti. Davanti a questo scenario, si potrà rispondere solo in minima parte con una quota aggiuntiva di immissioni in ruolo. Il resto delle cattedre, se non ci sarà nessuno, verrà giocoforza assegnato a insegnanti supplenti con contratti fino al 30 giugno o al 31 agosto».
Piove sul bagnato se si pensa anche alle difficoltà legate al sostegno per gli alunni e gli studenti con disabilità. «In Veneto mancano circa 4mila posti di sostegno. Su questo fronte è un disastro», allarga le braccia il segretario.
Arriva invece una buona notizia per gli insegnanti magistrali (quelli con diploma abilitante conseguito entro il 2001-02). Poco più di un anno fa il Consiglio di Stato ha detto che non andavano inseriti nelle graduatorie. Sulla base di questa decisione, alcuni già immessi in ruolo avrebbero rischiato di perdere il posto. «Adesso la decisione potrebbe essere rivista conclude Moretti restiamo in attesa».


    
Ultimo aggiornamento: 8 Gennaio, 08:59 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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