Inquinamento, i dati Legambiente: Treviso tra le peggiori d'Italia

Sabato 30 Gennaio 2021 di Paolo Calia
Inquinamento, i dati Legambiente: Treviso tra le peggiori d'Italia
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TREVISO I dati di Legambiente sull'inquinamento atmosferico sono molto crudi.

Nel 2020 Treviso, con i suoi 80 giorni di sforamento dei livelli di Pm10 è entrata di filata nella top ten dei capoluoghi di provincia più inquinati. È finita davanti anche a Milano, che ha registrato un giorno di sforamento in meno: 79. A guidare la classifica è Torino, mentre la peggiore in Veneto è Rovigo con 83. Numeri sconfortanti che dimostrano quanto sia ancora complessa e difficile la battaglia per ottenere una qualità dell'aria migliore. 


IL GIUDIZIO

Legambiente, osservando la situazione generale, è piuttosto dura: «L'emergenza smog non si arresta e si cronicizza sempre di più». L''associazione ambientalista, precisa che il Paese «è indietro sulle azioni da mettere in campo per ridurre l'inquinamento atmosferico. Basta deroghe, quindi, servono misure più coraggiose e concrete a partire da mobilità sostenibile e uso dello spazio pubblico per avere più clean city, città pulite e più vivibili. Non si sprechino le risorse economiche in arrivo dall'Europa». Inoltre Legambiente ricorda che in Italia «ogni anno, stando ai dati dell'Agenzia europea dell'Ambiente (Eea), sono oltre 50mila le morti premature dovute all'esposizione eccessiva ad inquinanti atmosferici con spese di diverse decine di miliardi all'anno (stimate tra i 47 e i 142 miliardi di euro) tra sanitarie e per giornate di lavoro perse». 


IL NODO

Il catino della pianura padana si rivela la regione più problematica del paese e Treviso c'è proprio nel mezzo. Il bel risultato - per modo di dire - di aver preceduto anche Milano, ovviamente, non piace a nessuno a Ca' Sugana: «Magari il giorno di inquinamento in più è dovuto a una giornata di vento o di pioggia che Milano ha avuto e noi no, ma il punto non è questo - precisa Alessandro Manera, assessore all'Ambiente - noi stiamo procedendo per ridurre fin da subito questo dato». Manera sottolinea un aspetto: «Gli sforamenti, come valore assoluto, sono quelli. Ma l'Arpav ci dice che la concentrazione media di Pm10 sta diminuendo di anno in anno. Del resto il parco macchine, in generale, sta cambiando e le case stanno diventando sempre più ecocompatibili e meno inquinanti. Tutti piccoli passi. Ma soprattutto, stanno cambiando gli impianti di riscaldamento». Per Manera è questo il punto cruciale: l'inquinamento prodotto da caldaie troppo vecchie. 


I DATI

«Possiamo anche girarci attorno - continua - me nel 2020, per via del Covid, i volumi di traffico si sono notevolmente ridotti in tutta Italia. Mentre, rimanendo a casa più a lungo, l'utilizzo degli impianti di riscaldamento è di gran lunga aumento. E questo è stato l'impatto maggiore sui livelli di inquinamento. Non è un caso se le città in cima alla classifica di Legambiente sono praticamente tutte al nord, dove i riscaldamenti vengono utilizzati di più». Ca' Sugana quindi conferma la sua linea degli incentivi per cambiare le caldaie: «In due anni abbiamo messo 385mila euro come contributo per acquistare caldaie di ultima generazione. E sono andati tutti esauriti. Anche la Provincia ha investito molto. E continueremo su questa strada: attenuare l'inquinamento da impianti di riscaldamento risolverà una parte del problema. Posto che Treviso, da sola, non potrà fare più di tanto. Inoltre qualche altra risorsa la ricaveremo dal Revovery Fund, non appena ci sarà un Governo per firmare il via libera». Altra strada che l'assessore vuole percorrere è quella delle barriere naturali: «Piantare alberi significa alzare barriere contro lo smog. Per questo stiamo insistendo molto sia sulla forestazione urbana, sia sulla piantumazione. Ci siamo posti l'obiettivo di piantare, ogni anno, almeno mille alberi in città tra innesti e piante giovani in sostituzione di quelle vecchie».

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