L'influenza picchia duro, boom di casi: in centinaia costretti a letto, scatta la corsa alla vaccinazione

Giovedì 8 Dicembre 2022 di Mauro Favaro
Crescono i casi di influenza

TREVISO - L'influenza colpisce duro. Oggi anche più del Covid, che sta comunque rialzando la testa. Negli ospedali della Marca sono già ricoverate 272 persone: 66 proprio a causa dell'influenza stagionale, tra le più aggressive degli ultimi anni, e 106 per coronavirus, più altre 100 risultate positive e isolate dopo essere entrate in ospedale per altri problemi di salute. Ora il San Camillo tornerà ad aprire un nuovo reparto Covid da 20 posti. Di contro, però, è scattata anche la corsa alle vaccinazioni. Oltre 120mila trevigiani si sono sottoposti all'iniezione contro l'influenza stagionale (più di 103mila tra le categorie a rischio), eseguita soprattutto dai medici di famiglia. Numeri che hanno portato la copertura a quota 45,4% tra i cittadini con più di 65 anni. «Le proiezioni confermano l'aumento. Basti pensare che nella scorsa stagione si era arrivati al 50,2% a metà gennaio - spiega Francesco Benazzi, direttore generale dell'Usl - Tra gli over75, in particolare, abbiamo già superato il 50%. Non era mai accaduto». Praticamente tutti gli anziani delle case di riposo sono stati vaccinati. A livello generale, si sa già che non sarà possibile centrare il nuovo obiettivo del 75% di copertura tra le persone a rischio.

Ma almeno il vecchio traguardo del 65% è raggiungibile. «La vaccinazione è fondamentale. Soprattutto per le persone fragili sottolinea il direttore generale perché quest'anno l'influenza si sta rivelando davvero bestiale».

L'IMPATTO
Febbre alta, tosse e mal di gola stanno costringendo a letto migliaia di trevigiani. L'impatto lo si vede anche dall'altra parte delle barricata all'interno degli ospedali. L'Usl conta l'assenza di quasi 250 operatori della sanità per malattia, tra infermieri, tecnici, oss e così via: 127 sono stati colpiti dall'influenza e 122 dal Covid. A questi vanno aggiunti 12 medici attualmente in isolamento domiciliare perché positivi al coronavirus. Non è una cosa da poco. Ad esempio nel distretto di Treviso, quello che fa riferimento al Ca' Foncello, sono 60 gli infermieri, tecnici e oss a casa con l'influenza (contro i 38 per Covid). Il nodo sta pure nel fatto che solo il 17% dei dipendenti dell'Usl si è sottoposto all'antinfluenzale. «Abbiamo privilegiato le necessità esterne. Ma nei prossimi giorni partirà anche la campagna all'interno dei reparti specifica Benazzi e dal 15 dicembre si comincerà con i servizi essenziali, come forze dell'ordine, personale dei Comuni, dipendenti della Mom».

LA TENDENZA
Anche per questo l'Usl ha chiesto una fornitura aggiuntiva di dosi antinfluenzali. L'aumento sarà del 20%: vuol dire 30mila vaccini in più rispetto al pacchetto iniziale di oltre 158mila. L'andamento è in crescita anche per quanto riguarda la vaccinazione anti-Covid. Adesso si viaggia a oltre 700 iniezioni al giorno. «Soprattutto quarte dosi dice il direttore generale sembra che finalmente ci si sia resi conto che conviene. Nelle ultime due settimane la copertura tra gli anziani con più di 80 anni è passata dal 36 al 43,5%». Quel che è certo è che non si può abbassare la guardia. Il coronavirus sta colpendo in particolare gli over80. L'incidenza è arrivata a 863 contagi ogni 100mila anziani. «Tantissimi», allarga le braccia Benazzi.

I NUMERI
Il quadro complessivo dice che nel 90% dei casi si tratta di Omicron 5. Tra questi, metà è dovuta alla variante Cerberus. «Siamo la provincia del Veneto dove emerge di più. Sta diventando predominante rivela il direttore anche se più infettiva, comunque, non è più grave: nessuno dei pazienti ricoverati è stato contagiato da questa variante». Il rimanente 10%, infine, è rappresentato dal ritorno di Omicron 2. Nel frattempo con 106 ricoverati per Covid si avvicina il livello di guardia segnato tra i 130 e i 150 posti occupati, indicato come limite massimo per continuare a garantire le attività ordinare negli ospedali della Marca. «Al momento continuano senza alcuna riduzione», specifica Stefano Formentini, direttore sanitario dell'Usl. Nel caso, si userà anche la via d'emergenza rappresentata dal San Camillo. «Li ringraziamo per la disponibilità tira le fila Benazzi da parte nostra ora non possiamo permetterci una riduzione delle attività nelle sale operatorie».

    
 

Ultimo aggiornamento: 9 Dicembre, 10:06 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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