TREVISO - Non ci sono i leghisti: e si vede, perché l'auditorium è mezzo vuoto. Ma ci sono i sindaci: e si sente, benché siano soprattutto Dem. Anzi, forse proprio per questo lo schiaffo al ministro Marco Minniti è ancora più forte: primi cittadini o assessori delegati, appena 56 quelli arrivati a Treviso sui 575 invitati da tutto il Veneto, su sicurezza e immigrazione pongono domande per cui si aspetterebbero risposte che andassero oltre la cordialità di sorrisi, selfie e musica (La storia siamo noi di Francesco De Gregori), anche se il titolare dell'Interno lo puntualizza ripetutamente: «Non vi racconto quello che faremo, vi dico quello che abbiamo fatto».
Variati non manca di stigmatizzare l'assenza del governatore Luca Zaia: «Ha sbagliato, perché solo il confronto fra istituzioni permette di trovare soluzioni, non lo spettacolo permanente a cui si dedica». Critiche rilanciate dalla consigliera regionale Alessandra Moretti («Da Zaia arrivano solo slogan da urlare nei talk show») e dalla senatrice Laura Puppato («Manca completamente la capacità regionale di amministrare l'accoglienza»). Il governatore si fa sentire attraverso un comunicato: «Vertici di parole servono a ben poco. Si chieda come stanno davvero le cose ai sindaci di Cona, Bagnoli e Agna, si guardi l'insulto al buon senso della Caserma Serena di Treviso (che però Minniti promette di svuotare e chiudere, ndr.)»...
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